Le donne faranno parte del nuovo governo dell’Afghanistan e ne verranno rispettati i diritti all’interno della Sharia. È quanto promettono i talebani dopo il ritorno alla guida del Paese.
“Non ci saranno discriminazioni”, ha assicurato in conferenza stampa Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, aggiungendo poi che “nessuno sarà danneggiato” e che il nuovo governo non intende avere problemi con la comunità internazionale. Tra le promesse dei talebani c’è anche un’amnistia generale in un “momento di orgoglio per l’intera nazione”. “Dopo 20 anni di lotte”, ha affermato Mujahid davanti alle telecamere, “abbiamo liberato l’Afghanistan ed espulso gli stranieri. Non vogliamo nemici esterni o interni”. Il Paese, ha aggiunto il portavoce dei talebani, “non sarà più un centro per la coltivazione del papavero da oppio o per il business della droga”. Sul possibile rischio che l’Afghanistan dia asilo a esponenti del terrorismo islamico, Mujahid ha assicurato che “il suolo afghano non sarà utilizzato contro nessuno”.
Una parziale apertura nei confronti del nuovo governo è arrivata dal premier britannico, Boris Johnson, durante un colloquio con il capo del governo del Pakistan, Imran Khan. Il riconoscimento della legittimità del nuovo governo dei talebani non è escluso a priori, ma, ha sottolineato Johnson, “sarà soggetto al rispetto da parte loro degli standard internazionalmente concordati sui diritti umani e sull’inclusione”. L’eventuale riconoscimento, ha aggiunto, “andrà concesso su basi internazionali, non unilaterali”.
Preoccupata dall’insediamento del nuovo governo è invece Zakia Khudadadi, l’atleta paralimpica afghana rimasta nel Paese dopo la caduta di Kabul. Il 24 agosto è prevista la sua partecipazione ai Giochi paralimpici di Tokyo, la prima di una donna afghana. “È terrorizzata dall’uscire di casa”, ha dichiarato da Londra il capomissione del comitato paralimpico afghano, Arian Sadiqi, ai microfoni dell’emittente ‘Al Jazeera’. “Da quel che il passato insegna”, ha aggiunto, “il futuro con le milizie islamiche al potere offrirebbe poche speranze, specialmente per le donne e gli atleti paralimpici in Afghanistan. Abbiamo lottato per due decenni per arrivare fin qui e ora siamo al punto di partenza”. Le promesse dei talebani non rassicurano neanche le altre donne presenti nella capitale afghana, come hanno fatto sapere fonti delle organizzazioni non governative che da anni lavorano nel Paese.
Vincenzo Murgolo
(Foto: pagina Facebook del portale ‘Tolo News’)