Il successo 40 anni dopo Pietro Mennea. Jacobs: “Sapevamo di poter vincere una medaglia”
La staffetta azzurra della 4X100 sale anche sul podio mondiale di Budapest, preceduta solo dagli Usa che hanno rischiato che gli azzurri Roberto Rigali, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu balzassero in testa.
Il loro tempo finale è stato di 37.62 (tre centesimi meglio rispetto a quanto fatto in batteria), dietro appunto agli Usa primi in 37.38 e davanti alla Giamaica, bronzo con 37.76. L’Italia della velocità torna quindi sul podio iridato con la staffetta a distanza di 40 anni da Helsinki 1983, quando Stefano Tilli, Carlo Simionato, Pierfrancesco Pavoni e Pietro Mennea conquistarono l’argento alle spalle degli Usa di Calvin Smith e del ‘figlio del vento’ Carl Lewis.
“Quando siamo scesi in pista, sapevamo di poter vincere una medaglia dopo il risultato della batteria. Siamo i campioni olimpici, conosciamo il nostro valore. Siamo un gruppo super unito, ci fidiamo ciecamente l’uno dell’altro e ci siamo divertiti per andare a prenderci questo podio mondiale. Ho fatto fatica nella corsa, ma c’era l’energia del gruppo e ho dato tutto me stesso” ha detto Marcell Jacobs.
“Non esiste il riscatto personale. Quando si corre per la staffetta, non ci si ricorda neanche di aver fatto la gara individuale ma si corre solo per gli altri – dice invece Filippo Tortu, eliminato in batteria nei 200 metri -, per portare il testimone al traguardo il più velocemente possibile, anche per i compagni che sono stati con noi per tutto l’anno e fanno parte della squadra”. “All’arrivo ho sentito il cuore esplodere – dice ancora Tortu -, avevo bisogno di uno di loro perché non riuscivo a stare in piedi e allora sono andato da Roberto correndo… Sapevo che la nostra forza è questa”.
Angela Tangorra
Immagini dal profilo Instagram di Filippo Tortu