Niente correzioni per la manovra di bilancio, come vorrebbero i partiti. A frenarli è il premier Draghi che parla di “piccoli aggiustamenti” ma soltanto formali. Non tornerà, dunque, in Consiglio dei ministri, per un nuovo via libera, il ddl Bilancio approvato il 28 ottobre. La palla passa al Parlamento. Novità riguardano Opzione donna: saranno rivisti i
requisiti di età per l’anticipo pensionistico con il ritorno ai 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome. Sul Reddito di cittadinanza, si è deciso che il percettore che rifiuta un’offerta di lavoro congrua vedrà scattare un decalage mensile. Dopo il secondo rifiuto ci sarà la revoca del beneficio.
Il Consiglio dei ministri, previsto per mercoledì, viene messo in stand by. in ogni caso vi potrebbero approdare delle norme per limitare gli abusi sul Superbonus, ma le tensioni in maggioranza sulla manovra per ora prendono il
sopravvento. E anche il decreto legislativo sull’assegno unico, che era atteso in settimana, potrebbe slittare.
Intanto il Governo tira un sospiro di sollievo dopo la sentenza del Consiglio di Stato che concede la proroga delle
attuali concessioni fino al 2023 (non fino al 2033, come deciso dal governo Conte) e indica una data di scadenza, ma lascia spazi per intervenire all’esecutivo, che ha per ora deciso solo di avviare una mappatura, nell’ambito della legge sulla concorrenza. Dal primo gennaio 2024 “tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente se via sia – o meno – un soggetto subentrante nella concessione” e il settore sarà aperto alla concorrenza.
Secondo il Consiglio di Stato, il confronto concorrenziale, oltre ad essere imposto dal diritto Ue, “è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero” e contribuire “in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita”. Bocciata, di fatto, la proroga per un quindicennio delle concessioni introdotta nel 2018 con la legge di Bilancio ma, “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”, per consentire di predisporre i bandi e “nell’auspicio che il legislatore intervenga a riordinare la materia”, le concessioni continueranno a essere efficaci per altri due anni.
Stefania Losito