Un referendum entro la prossima primavera per legalizzare la Cannabis. E’ l’obiettivo delle 630mila firme depositate questa mattina in Cassazione dal Comitato promotore che le ha raccolte in poco più di un mese. “Oggi abbiamo portato in Corte di Cassazione le firme di oltre mezzo milione di italiane e italiani – ha detto Marco Peduca, presidente del comitato promotore e membro dell’Associazione Luca Coscioni – la risposta è stata straordinaria ma non sorprendente: hanno preso parte molti giovani, oltre il 70% delle persone che hanno firmato ha meno di 35 anni”. Con un Parlamento “immobile sui diritti – ha aggiunto – l’arma referendaria è l’unico modo con cui i cittadini possono far sentire la loro voce”.
“Significa abbattere la cultura ipocrita ed inefficace del proibizionismo, che in questi anni ha provocato solo danni, ha ingrassato la criminalità organizzata, ha intasato i tribunali, ha gettato in carcere generazioni di ragazzi e ragazze, ha aumentato la marginalità sociale e perfino l’insicurezza”, ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. “Il referendum è l’occasione – prosegue il leader di SI – per ricostruire un meccanismo di partecipazione che consenta alla società di questo Paese di fare irruzione in un dibattito politico spesso bloccato da una coltre di ipocrisia, come ha dimostrato il voto vergognoso sul Ddl Zan ha abbattuto una legge di civiltà”. “Ecco questo referendum- conclude Fratoianni – forse ci consentirà di evitare un rischio simile”.
Nel giorno in cui vengono depositate le firme per il referendum per la cannabis legale, FdI annuncia che, in caso di accoglimento da parte della Consulta, metterà su il comitato per il No al referendum, “che speriamo sia trasversale”. Giorgia Meloni puntualizza: “Storicamente – con Lega e FI abbiamo la stessa posizione su questa materia e mi aspetto un loro coinvolgimento”.
E al richiamo risponde immediatamente Gasparri. “Sono lieto che anche in altri movimenti politici ed in altre realtà si condivida la necessità, che abbiamo già avvertito da tempo, di costituire dei comitati per il no al referendum sulla cannabis qualora la Corte Costituzionale lo dovesse ammettere”. “Bisogna agire in maniera unitaria per difendere le buone cause. Pertanto potrebbe essere utile – conclude il senatore ‘azzurro’ – un confronto tra i comitati già costituiti e quelli annunciati affinché, con analoga convinzione, si svolga un’azione corale in cui ciascuno faccia la propria parte”.
Stefania Losito