Il regista canadese premio Oscar resta agli arresti domiciliari in una masseria di Ostuni, nel Brindisino, dove si trova perché co-fondatore dell’Allora Fest, la rassegna cinematografica internazionale alla sua prima edizione. L’ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi. Il regista è ai domiciliari da domenica scorsa, quando è stato arrestato con le accuse di violenza sessuale e lesioni personali aggravate nei confronti duna donna inglese di 28 anni, aspirante consulente cinematografica. Nell’ordinanza che conferma i domiciliari almeno fino all’incidente probatorio dei prossimi giorni, si legge che la donna avrebbe confidato le presunte violenze sessuali subite dal regista 70enne, e poi ogni volta sarebbe tornata da lui, in un b&b di Ostuni, finendo di nuovo vittima di abusi.
Stando alla denuncia della donna, raccolta dagli agenti all’alba del 15 giugno dopo averla soccorsa “in stato confusionale” nell’aeroporto di Brindisi, dove il regista l’aveva lasciata poco prima, da domenica 12 giugno, per i tre
giorni consecutivi, lui l’avrebbe costretta a subire rapporti sessuali non consenzienti. Nel racconto, contenuto
nell’ordinanza, la donna ha riferito anche che per tre volte si sarebbe allontanata da lui, sempre durante il giorno, confidando le presunte violenze subìte prima a un medico, poi a una farmacista e anche a diversi amici. Poi tutte le volte sarebbe tornata in albergo per stare ancora con il regista. E’ lei stessa a spiegarlo al medico dell’ospedale di Ostuni con il quale per primo si sarebbe confidata. Dopo essersi fatta medicare a seguito del primo presunto episodio di violenza, la 28enne ha riferito nella denuncia di aver deciso “di scrivere e far leggere al medico due bigliettini”, ma poi li avrebbe “cestinati per timore che giungesse Haggis”. Il medico, letti i biglietti, le avrebbe chiesto, stando sempre al racconto della donna, “se si sentisse sicura a rientrare in struttura con l’uomo e lei -si legge sempre nell’ordinanza- trovandosi da sola in Italia e quindi non sentendosi sufficientemente protetta, minimizzava l’accaduto nella speranza, tra l’altro, che Haggis iniziasse davvero una relazione amorosa con lei”.
Quello che dal racconto della donna emerge, stando all’ordinanza, che ogni volta la donna torna sperando appunto in
una relazione sentimentale col regista. Agli agenti che l’hanno soccorsa in aeroporto all’alba del 15 giugno, la donna ha descritto se stessa come “scioccata e, perciò, silente” di fronte alle violenze dell’uomo, “impietrita dalla paura”. Un racconto che dovrà ripetere dinanzi ad un giudice nell’incidente probatorio, durante il quale al momento non è previsto un faccia a faccia tra i due. Il regista da subito si è dichiarato innocente, ammettendo i rapporti fisici ma definendoli sempre “consenzienti”. Una versione “allo stato non idonea – secondo la giudice – a demolire il quadro indiziario” sulla violenza sessuale, “laddove vi sia un consenso non libero o revocato dalla vittima”.
Stefania Losito