“L’impegno contro la mafia non consente pause né distrazioni”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Foro Italico di Palermo durante la cerimonia di commemorazione per il trentesimo anniversario della strage di Capaci, nella quale hanno perso la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Presenti anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il capo della polizia, Lamberto Giannini.
“Giovanni Falcone”, ha ricordato il Capo dello Stato, “diceva che l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa”. Mattarella ha poi ricordato che Giovanni Falcone e Borsellino “furono colpiti perché, con la loro professionalità e determinazione, avevano inferto colpi durissimi alla mafia con prospettive di ulteriori seguiti di grande efficacia”. Il Capo dello Stato ha anche ricordato la centralità del ruolo dei magistrati per il funzionamento corretto della democrazia.
Intanto la vedova di Vito Schifani, uno degli agenti di scorta che hanno perso la vita nella strage, è tornata a chiedere la verità appellandosi agli “uomini dello Stato che hanno tradito” affinché parlino.
Vincenzo Murgolo