Nuove accuse e nuovi dettagli nell’ambito dell’indagini che hanno portato all’arresto dell’ex gip barese Giuseppe De Benedictis. Quattro delle oltre 200 armi e munizioni, anche da guerra, sequestrate ad aprile 2021 nel deposito sotterraneo di una villa di Andria e ritenute in gran parte di proprietà di De Benedictis sarebbero state cedute al magistrato da sei poliziotti del nucleo artificieri della questura di Bari. Ai sei poliziotti, due in pensione e quattro in servizio, la Procura di Lecce ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per i reati, a vario titolo contestati, di falso in atto pubblico, peculato, detenzione e cessione di armi clandestine, aggravati dall’aver agito nell’esercizio delle funzioni istituzionalmente ricoperte. La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno.
L’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis si trova attualmente ai domiciliari per la condanna in primo grado a 12 anni e 8 mesi relativa alle accuse di traffico e detenzione di armi, esplosivi e ricettazione. Stessa misura restrittiva era stata inflitta per un’altra condanna in primo grado, a 9 anni e 8 mesi, per quatto presunti episodi di corruzione in atti giudiziari relativi a tangenti ottenute in cambio di scarcerazioni. Per queste ultime accuse nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Lecce ha revocato gli arresti domiciliari.
A incastrare i sei poliziotti – secondo quanto riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno – ci sarebbero le dichiarazioni dell’ex giudice e il contenuto di intercettazioni ambientali e telefoniche. Stando agli accertamenti della squadra mobile di Bari, coordinati dal pm di Lecce Alessandro Prontera, in tre diverse occasioni – tra il 2015 e il 2021 – i sei poliziotti avrebbero falsificato i verbali di rottamazione delle armi e relativa distruzione delle cartucce, dichiarando di aver reso mitragliette e pistole inutilizzabili, ma le avrebbero mantenute integre per poi cederle a De Benedictis.
Michela Lopez