Atto vandalico ai danni del sindaco di Corato, nel Barese, Corrado De Benedettis. Gli specchietti della sua auto sono stati frantumati e i fari della sua auto danneggiati.
Il primo cittadino ha deciso di denunciare il gesto alle forze dell’ordine e ha scritto un post su Facebook per spiegare l’accaduto. I responsabili avrebbero usato un oggetto contundente per frantumare il vetro, con “un lavoro chirurgico, di precisione” ha spiegato De Benedettis.
“Chiunque subisce un danno, una violenza, un’intimidazione, un’estorsione deve denunciare – ha scritto il sindaco – L’unione fa la forza”.
In molti hanno ricordato che l’atto vandalico è arrivato 24 ore dopo la forte presa di posizione del primo cittadino per i due ordigni fatti esplodere nel comune barese il 15 e il 18 novembre scorso, entrambi davanti ad attività commerciali (un negozio di elettronica e un distributore di tabacchi). Il tutto fa pensare più a un’azione studiata per lanciare un avvertimento, che a una bravata.
“Sono un fatto gravissimo che dà conferma a quei timori che sia in corso il tentativo di avviare un’attività estorsiva ai danni dei commercianti – aveva spiegato De Benedittis durante il video sui social – delle imprese e più in generale della città. Facciamo la nostra parte denunciando”.
A De Benedittis sono arrivate diverse manifestazioni di solidarietà, tra cui quella dell’associazione Avviso pubblico.
“A pochi giorni dall’adesione ad Avviso Pubblico del Comune di Corato registriamo con grande rammarico questo episodio ai danni dell’amico e collega Corrado De Benedictis – ha spiegato Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto e Vicepresidente di Avviso Pubblico – in questi giorni avevamo già programmato alcuni eventi proprio a Corato per accendere un lume di speranza e un faro di emergenza per il territorio barese sotto assedio, e che insieme alla provincia allargata Barletta-Andria-Trani sta registrando una serie di episodi che hanno come unico denominatore la violenza utilizzata come arma intimidatoria e come moto di soffocamento della libera democrazia”.
Michela Lopez