L’impennata del Covid fa temere una nuova “pericolosa congestione degli ospedali”. Lo fa sapere la Fondazione Gimbe che monitora i dati della pandemia in Italia. Nella settimana 8-14 dicembre, rispetto alla precedente, crescono di circa il 18% i nuovi casi e i decessi. “Sul fronte ospedaliero aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: +17,9% in area medica e +11,2% in terapia intensiva”, si legge. Tuttavia, nelle ultime settimane “si è ridotta la percentuale di pazienti ricoverati in area medica e in intensiva rispetto ai positivi”, grazie all’incremento delle terze dosi.
L’allarme sui positivi riguarda 26 Province, dove l’incidenza di contagi da Covid-19 supera i 250 casi per 100.000 abitanti. Mentre in tutte le Regioni, ad eccezione di Friuli-Venezia Giulia, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi negli ultimi sette giorni: dal 4,4% dell’Abruzzo al 94,8% della Basilicata.
L’ultimo bollettino Gimbe segnala in Alto Adige un calo del 12,6% dei casi attualmente positivi su 100 mila abitanti, ma con 1.180 il numero è comunque ancora il piu’ alto d’Italia. In Trentino se ne registrano 500 con un aumento del 13,6%. L’Alto Adige ricopre anche il primo posto per quanto riguarda l’occupazione dei letti occupati in terapia intensiva (22%) seguito dal Trentino con il 20%.
Sul fronte dei vaccini, aumentano in 7 giorni del 5,8% le persone che hanno ricevuto la prima dose: dal 6 al 12 dicembre sono state 236.000 rispetto ai 223.116 della settimana precedente. Ma ad aumentare sono soprattutto le
terze dosi: sono state 2,9 milioni, l’8,8% in più rispetto alla settimana precedente.
La Provincia di Bolzano si conferma fanalino di coda con appena il 69,5% della popolazione vaccinata, mentre la provincia di Trento con il 76,2% e’ nella media nazionale. Diversa la situazione per i booster dove Bolzano è addirittura in seconda posizione con il 70,6%, alle spalle della Toscana (71,2%) e Trento in sesta posizione (67%).
Gimbe sottolinea come “la pandemia sia in fase critica per la convergenza di vari fattori, come la stagione invernale, il ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, uno zoccolo duro di non vaccinati”. Questo “preoccupa” in vista del Natale e della diffusione di Omicron: sono ancora quasi 6,4 milioni, riferisce la Fondazione, le persone senza nemmeno una dose, tra cui preoccupano da un lato 2,45 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,02 milioni nella fascia 12-19 anni che aumentano la circolazione del virus nelle scuole.
Stefania Losito