Il giornalista e attivista politico Fernando Villavicencio, candidato alle elezioni presidenziali in Ecuador del 20 agosto, è stato ucciso a colpi di pistola al termine di un comizio nella capitale Quito. Candidato per il partito di governo, è stato raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco mentre stava lasciando una scuola dove era in corso un raduno politico. Trasportato d’urgenza alla Clinica de la Mujer, è morto poco dopo.
“Questo crimine non resterà impunito”, ha scritto su Twitter il presidente uscente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, che ha anche annunciato la convocazione del Gabinetto di sicurezza alla presenza della presidente del Comitato nazionale per le elezioni, Diana Atamaint, del procuratore generale dello Stato, Diana Salazar, del presidente della Corte nazionale di Giustizia, Ivan Saquicela, e delle altre autorità dello stato. “Il crimine”, ha aggiunto il presidente, “si è spinto troppo in là, ma su di loro si abbatterà tutto il peso della legge”.
Condanna unanime da parte degli altri candidati alle elezioni presidenziali. Nei giorni scorsi lo stesso Villavicencio aveva denunciato di aver ricevuto minacce concrete da un leader narco di nome José Adolfo Macìas Villamar. Il governo uscente del presidente Lasso ha cercato fino ad oggi di gestire la grave situazione sul fronte della sicurezza, dovuta soprattutto alla presenza sempre più forte dei cartelli della droga nel Paese, attraverso un massiccio dispiegamento di militari e misure concrete di ordine pubblico, ma senza risultati concreti.
Vincenzo Murgolo