L’udienza del Tribunale della famiglia di Tel Aviv sul caso del piccolo Eitan, unico sopravvissuto all’incidente sulla funivia del Mottarone dello scorso 23 maggio, è stata anticipata a giovedì dopo che in un primo momento era stata fissata per il 29 settembre. La zia del piccolo, Aya Biran, è già in Israele, come confermato dal marito, Or Nirko, e secondo alcuni media locali si è rivolta al Procuratore generale, Avichai Mandelblit, chiedendo di riavere al più presto l’affidamento del nipote sulla base della Convenzione dell’Aja. La donna, inoltre, si è rivolta alla polizia per essere interrogata.
Che l’obiettivo di Aya Biran sia quello di riportare al più presto e in modo pacifico il nipote in Italia è una circostanza confermata anche dal portavoce Eytan Har-Or. La signora, ha aggiunto, è arrivata in Israele “accompagnata da funzionari diplomatici” e dovrà osservare un periodo di quarantena in virtù delle norme anti-Covid.
Intanto, secondo quanto riferito da alcuni media, è spuntata una terza persona indagata per il rapimento del piccolo, oltre al nonno e alla nonna. Si tratta, a quanto si è appreso, di un 56enne israeliano che avrebbe guidato l’auto su cui viaggiavano Shmuel Peleg e il bambino per raggiungere la Svizzera. Nonno, nipote e autista erano stati fermati e identificati durante un controllo dalla polizia elvetica nei pressi dell’aeroporto di Lugano. Secondo i media, il terzo indagato potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima, a Malpensa, aveva affittato l’auto, una Golf blu.
Vincenzo Murgolo