
Terremoto politico a Taranto: il sindaco Piero Bitetti ha rassegnato le dimissioni, circa 50 giorni dopo la sua elezione, parlando nella lettera depositata al protocollo di una condizione di “inagibilità politica”. La decisione arriva dopo le forti contestazioni ricevute da parte di cittadini e associazioni ambientaliste, al termine di un incontro sul futuro dell’ex Ilva. All’uscita dal confronto, che anticipava il Consiglio comunale monotematico del 30 luglio sull’accordo di decarbonizzazione proposto dal Governo, un gruppo di manifestanti ha bloccato il passaggio al sindaco, gridando “assassini, assassini”. Bitetti è dovuto rientrare nel Municipio per motivi di sicurezza.
“Abbiate rispetto delle nostre lacune – aveva dichiarato -. Stiamo prendendo appunti per capire ogni aspetto di questa vertenza così complessa”. Il primo cittadino aveva dato disponibilità a incontrare altri rappresentanti delle associazioni la mattina seguente. “Siamo qui – aveva detto durante l’incontro – per difendere il territorio. Io non ho passato una sola notte dal 17 giugno, giorno della mia proclamazione, senza pensare all’ex Ilva. Abbiamo detto che i 13 anni di transizione proposti sono troppi. Serve una direzione più rispettosa”. Toni durissimi da parte delle associazioni. “Difendere il diritto alla vita”, hanno chiesto in coro. La pediatra Annamaria Moschetti (Associazione culturale Pediatri e Peacelink) ha ricordato che “ci sono dati inconfutabili: +50% di disturbi dello spettro autistico rispetto alla provincia. Il principio di precauzione impone di fermare l’esposizione, senza attendere l’ultimo studio scientifico”. La scelta di Bitetti arriva a poche ore da due appuntamenti decisivi: il consiglio comunale monotematico del 30 luglio e il vertice al Mimit del 31. La sua assenza rischia ora di lasciare un vuoto istituzionale in un passaggio cruciale per il futuro della città. Come previsto dalla legge, il sindaco ha ora 20 giorni di tempo per confermare o ritirare le dimissioni.
Michela Lopez