“No all’immunità penale per chi inquina”, “No al rigassificatore”, “Taranto: una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità”, “No al baratto salute-lavoro”. Sono le scritte sugli striscioni mostrati oggi durante un sit-in sotto la
Prefettura di Taranto organizzato da un coordinamento di movimenti ambientalisti e associazioni di categoria per dire
“no” all’ultimo decreto salva-Ilva che concede un ulteriore finanziamento di 680 milioni di euro all’azienda siderurgica a
corto di liquidita’ (convertibile in un futuro non precisato in aumento di capitale) e ripristina lo scudo penale. Hanno
partecipato anche alcuni esponenti politici e studenti di scuole superiori. Tra le mani di uno dei manifestanti, la copertina della Costituzione italiana infilzata da un coltello e macchiata di colore rosso-sangue. Una delegazione del coordinamento, di cui fanno parte, tra gli altri, Peacelink, Genitori Tarantini, Giustizia per Taranto, LiberiAmo Taranto, Tamburi combattenti, Taranto Respira e Wwf Taranto, è stata ricevuta dal Prefetto Demetrio Martino. Presente anche una rappresentanza di malati oncoematologici. Gli attivisti hanno consegnato un documento “che – e’ stato spiegato – motiva l’opposizione alla norma salva-Ilva e all’ipotesi di nuovo rigassificatore galleggiante e avanzera’ la richiesta di partecipazione democratica alla progettazione della transizione ecologica per Taranto con i nuovi fondi europei del Just Transition Fund”.
Stefania Losito