Il Consiglio d’Europa guarda con preoccupazione i dati dell’inquinamento causato dallo stabilimento ex Ilva di Taranto. L’esecutivo, pur tenendo conto dei “progressi compiuti 2021 nell’attuazione del piano ambientale adottato dal governo nel 2014, e quelle che mostrano una riduzione dell’impatto ambientale dell’impianto e la sostanziale conformità dei livelli di emissioni negli ultimi 4 anni agli standard stabiliti dalla legge nazionale”, si è detto perplesso per quanto riguarda il funzionamento dello stabilimento siderurgico e il rischio che possa ancora creare per i cittadini di Taranto e dintorni. Il Comitato dei ministri ha chiesto a Roma di fornire entro il 20 giugno 2023 ulteriori informazioni riguardo i lavori eseguiti per eliminare i rischi ambientali causati dall’Ilva. Non solo: entro il 20 ottobre di quest’anno il governo dovrà dimostrare a Strasburgo che esiste la possibilità per i cittadini di ottenere provvedimenti preventivi e di risanamento nei confronti di un’attività industriale inquinante. La Corte dei diritti umani aveva condannato già condannato l’Italia nel 2019.
Anna Piscopo