E’ tempo di raccolta per Fabrizio Moro dopo tanto lavoro per arrivare all’uscita dell’album “Pace” che ha lanciato a Sanremo con il singolo “Portami via”.
Il titolo lo ha scelto anche perché gli piace il suono della parola: “Suona molto bene, magari vorrei averlo avuto come cognome…già Moro è il mio cognome d’arte! Sono molto contento e rilassato in questo momento e mi piace come è uscito il disco e delle conferme che arrivano”.
“Sta andando molto bene, il disco è partito benissimo anche in mainstream, cosa da cui mi ero un po’ allontanato perché la vivevo con molta conflittualità, ma sai, dopo “pensa” la mia vita era cambiata in modo radicale“, racconta a Daniele come un fiume in piena.
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Fabrizio, anche a detta dei colleghi che hanno avuto occasione di collaborare con lui, è un perfezionista, e questo è un problema, come precisa lui stesso: “La perfezione non esiste e questo è un grande problema perché se la cerchi vuol dire che non riesci mai a goderti le cose per come sono. Io sono molto severo con me stesso. Chiaro che ci sono momenti in cui ti capita di essere in ospedale per due giorni, come mi è capitato qualche tempo fa, o di parlare con chi non è fortunato come te e allora ti rendi conto di essere davvero fortunato. Faccio il lavoro che amo e questa è una fortuna immensa. Sai, quando analizzo la mia vita divento lucido e capisco di essere una persona molto severa con me stesso. Dovrei riuscire di più a godermi anche le cose che mi capitano, una uscita ai giardinetti con mia figlia o un bicchiere di vino con un amico perchè poi alla fine ti rendi conto che sì è importante il primo posto in classifica o il concerto tutto pieno ma le cose che contano sono quelle semplici”.
Nel brano che dà il titolo all’album, Fabrizio canta “Io cerco te”, verso importante che lui spiega così: “Sarà alla fine banale ma la pace si trova con l’amore, almeno per me è così, è una cosa universale. Io quando l’ho pensato ho immaginato la mia bambina, magari tu penserai alla tua compagna, ma è rivolto alla pace il mio messaggio ed è una condizione che mi sfugge spesso, non fa parte del mio dna essendo combattivo nella mi anatra, perché nella vita ho sempre bisogno di una guerra da vivere”.
Fabrizio è in giro per l’Italia con gli in-store con piano e voce e racconta: “A Roma abbiamo finito alle 4 perchè la gente viene si racconta….e se ci sono 700 persone magari alla 300esima copia io sono con gli occhi abbottati però mi dispiace non dedicare del tempo ad ognuno perché grazie a loro riesco a fare quello che faccio. Alla fine quando ci vediamo e ci incontriamo, ci diamo un abbraccio, facciamo una foto se volete poi però – scherza – parliamo in separata sede!”, dice ridendo.
Dai fan che incontra Fabrizio riceve sempre tanti regali: “Le cose le ho messe in una scatola, anzi in più scatole e ho la fissa di rivederle quando sarò vecchio …magari non ricorderò le tante facce incontrate ma i momenti vissuti sì”.
Angela Tangorra