Il Consiglio dei ministri ha approvato la terza Manovra – da 30 miliardi lordi – del Governo Meloni. Tra le principali novità l’arrivo della carta per i nuovi nati da 1.000 euro. Il bonus viene dato ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. Si rafforza anche il bonus asili e l’assegno unico esce fuori dal calcolo dell’Isee . Cambiano le detrazioni, con un primo assaggio di “quoziente familiare”. Le detrazioni saranno parametrate al numero dei componenti di una famiglia. L’ipotesi sarebbe quella dell’introduzione di un importo massimo che si potrà detrarre, che dovrebbe essere a sua volta modulato in base al nucleo familiare. Tra le misure che vengono date per scontate, l’estensione alle autonome della decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli. Nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi all’occupazione di giovani e donne, anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Confermati inoltre la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie, la transizione digitale ed ecologica. Si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività ai lavoratori. Viene prorogato il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per la prima casa.
La conferma del taglio del cuneo fiscale e dei tre scaglioni dell’Irpef valgono da sole oltre la metà della manovra, intorno ai 14 miliardi. Per quanto riguarda il taglio del cuneo dovrebbero essere superati alcuni difetti con una doppia azione. Dal prossimo anno potrebbe, infatti, rimanere contributivo per i redditi fino a 20mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota intermedia, fino a 50mila euro di reddito, dal 35 al 33%.
Novità per i ministeri: per poter portare in dote alla manovra risorse fresche i ministeri dovranno tagliare le spese del 5%. Dovrebbero ‘salvarsi’, invece dalla dieta dimagrante gli enti locali e i Comuni. Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria. Il ministro Schillaci si è detto fiducioso che rispetto ai 5 miliardi stanziati nella scorsa legge di bilancio potrebbe esserci un aumento fino a 3 miliardi. Non solo banche ma anche assicurazioni: circa 3,5 miliardi di fondi freschi dovrebbero arrivare da parte degli istituti bancari più grandi, che potrebbero essere destinati proprio alla Sanità. Infine, aumentato a 100 milioni di euro il fondo per lo straordinario delle forze di polizia. “Come avevamo promesso non ci saranno nuove tasse per i cittadini”, rivendica la premier Giorgia Meloni.
Michela Lopez