I carabinieri: in molti sapevano, da valutare posizione degli operai
Gabriele Tadini, capo servizio della funivia del Mottarone avrebbe ammesso di aver deliberatamente e ripetutamente inserito i dispositivi blocca freni, i cosiddetti “forchettoni”, disattivando il sistema frenante di emergenza. Lo sostiene, nel decreto di fermo, la procura di Verbania, che sta indagando sulla tragedia in cui hanno perso la vita 14 persone. Una condotta sconsiderata, si legge ancora, di cui erano stati ripetutamente informati Enrico Perocchio e Luigi Nerini, rispettivamente direttore di esercizio e amministratore di Ferrovie del Mottarone, arrestati insieme a Tadini. I due avrebbero avvallato tale scelta senza attivarsi per consentire i necessari interventi di manutenzione che avrebbero richiesto il fermo dell’impianto, con ripercussioni di carattere economico.
I pm rilevano che in caso di accertato riconoscimento delle responsabilità la pena detentiva sarebbe elevatissima.
“I fatti contestati sono di straordinaria gravità – continua il decreto di fermo – in ragione della deliberata volontà di eludere gli indispensabili sistemi di sicurezza dell’impianto di trasporto per ragioni di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza finalizzate alla tutela dell’incolumità e della vita dei passeggeri”. Secondo gli accertamenti effettuati dai carabinieri, sarebbe emerso che le anomalie della funivia fossero note a molti. La Procura di Verbania, infatti, sta valutando la posizione della squadra di operai addetti all’impianto che avrebbero messo in atto la scelta aziendale di bypassare l’anomalia al sistema frenante emerso da oltre un mese.
Gianvito Magistà