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Fuori il M5S dalla giunta regionale pugliese. E Schlein chiede a Emiliano “un netto cambio di fase”

Il M5s è uscito dalla giunta regionale della Puglia. “Rinunciamo al nostro ruolo di governo, rimettiamo tutte le deleghe” e in questo modo “ci assumiamo la responsabilità di contribuire alla disinfestazione e all’opera di pulizia nel mondo politico”, ha detto il leader Conte in conferenza stampa a Bari, ieri. In serata, con una nota, interviene la segretaria del Pd Elly Schlein: è “forte l’irritazione” per le vicende giudiziarie che hanno coinvolto i dem negli ultimi giorni. La richiesta è di un “cambio netto di fase” ai dirigenti locali e al governatore Emiliano. L’imperativo – ragiona Schlein – deve essere tenere lontano i “trasformisti perchè la comunità democratica – che ha gli anticorpi per scardinare la cattiva politica – merita rispetto”.
A far vacillare la permanenza del M5s era stata l’inchiesta sul voto di scambio che ha coinvolto Anita Maurodinoia, in giunta con Michele Emilano (e che poi si è dimessa). Un’altra spinta l’ha data, nelle ultime ore, l’arresto per corruzione di Alfonso Pisicchio, assessore di Emiliano nello scorso mandato. Il caso Puglia si abbatte sulle prove di alleanza fra Pd e M5s. Anche perché Conte non ha risparmiato frecciate: “Non abbiamo mai imbarcato acchiappavoti, abbiamo anche noi la lista di capibastone con pacchetti precostituiti di voti che ci hanno offerto dappertutto e abbiamo sempre
rifiutato”. Dalla comunità dem è arrivata una risposta dura a Conte: “A cavalcare la tigre ci si rimane sopra – ha detto il deputatoAndrea Orlando – Il M5S ha subito il più grande fenomeno trasformistico nella scorsa legislatura da quando esiste il Parlamento”. E la deputata Paola De Micheli: “Conte non si deve permettere di parlare così del Pd”.

E se il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni – in Puglia il partito è in maggioranza – ha chiesto a Emiliano di “azzerare la giunta”, anche nel Pd c’è chi ha suggerito a Schlein di non usare mezze misure. Conseguenza indiretta delle inchieste sono state anche le dimissioni di Filippo Caracciolo della carica di capogruppo Pd in consiglio regionale in Puglia: “Ogni occasione è buona per tirare in mezzo qualcuno. Oggi è toccato anche a me” ha detto riferendosi a chi
ha ricordato il suo coinvolgimento in un’inchiesta del 2017.
Dopo la conferenza stampa, Conte è andato da Emiliano per presentargli il Patto proposto dal M5s “per il rafforzamento dei presidi di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa”. Un incontro “disteso e cordiale”, ha detto Emiliano. Anche perché, aveva spiegato Conte, “non disconosciamo le ragioni politiche che ci hanno indotto a fare la scelta di entrare in giunta e non disconosciamo il lavoro che è stato fatto”. Il vademecum prevede anche l’istituzione di un assessorato alla legalità. Una mossa che nelle file del Pd ha fatto sorgere il sospetto a qualcuno: “Il M5s esce per poi rientrare col rimpasto e la delega alla legalità”. E c’è chi ha ipotizzato che Conte si sia deciso a ritirare le deleghe solo dopo gli arresti delle ultime ore. “Respingiamo al mittente le illazioni, non è una questione di rimpasto o poltrone, ma una scelta per la buona politica”, è la risposta dal Movimento, dove si ricorda come da giorni Conte avesse annunciato una risposta chiara. “Siamo per una politica che riacquista autonomia – ha detto Conte – che si assuma le sue responsabilità senza delegare alla magistratura”.

Stefania Losito

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