Son almeno 150 i palestinesi feriti negli scontri con la polizia israeliana verificatisi da questa mattina sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. Lo riferisce la Mezzaluna Rossa, citata dai media, che ha approntato un ospedale da campo sul posto. Nabil Abu Rudeina – portavoce del presidente Abu Mazen – ha denunciato “l’assalto” da parte della polizia di Israele alla Moschea Al-Aqsa come “uno sviluppo pericoloso e una dichiarazione di guerra al popolo palestinese”. Dei feriti, 40 sono stati portati in ospedale e almeno due sono quelli in gravi condizioni. Secondo fonti palestinesi ci sono anche decine di fermi. Tre agenti israeliani sono rimasti feriti nei violenti scontri.
Secondo la radio militare israeliana, alcuni musulmani, che celebrano oggi il secondo venerdì del Ramadan, hanno organizzato un corteo nella Spianata, ostentando bandiere di Hamas, e hanno attaccato le forze di sicurezza israeliane
lanciando sassi e sparando fuochi di artificio ad altezza d’uomo. Alcune decine di persone si sono poi barricate nella
Moschea al-Aqsa.
Dopo gli scontri la polizia israeliana ha lasciato la Spianata consentendo l’ingresso di altri fedeli che si apprestano a partecipare alle preghiere del secondo venerdì del Ramadan. Secondo i media palestinesi, la polizia ha eseguito un’ottantina di fermi. “La polizia ha fatto ingresso nella moschea al-Aqsa – ha spiegato il ministero degli Esteri israeliano – per disperdere facinorosi violenti che avevano dissacrato quel luogo e messo in pericolo il pubblico. La moschea – ha aggiunto – è stata adesso riaperta ai fedeli. Israele continua a garantire libertà di culto a Gerusalemme”.
Una condanna del comportamento della polizia israeliana sulla Spianata è arrivata dal ministero degli Esteri della Giordania, che ha anche avvertito delle “conseguenze pericolose” che rischia di avere. Hamas, da Gaza, ha parlato di un “barbaro attacco” ai fedeli e ha fatto appello al popolo palestinese a sostenere “i difensori della moschea al Aqsa”.
Stefania Losito