
Negli ultimi 10 anni il numero degli artigiani in Italia ha subito un crollo di quasi 400mila unità, il che significa che quasi un artigiano su quattro ha gettato la spugna. La denuncia viene dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), su dati Inps e Infocamere/Movimprese.
Il Mezzogiorno, invece, è stata la ripartizione geografica che ha subito le perdite più contenute, grazie in particolare agli investimenti nelle opere pubbliche legati al Pnrr e agli effetti positivi del Superbonus 110%, che ha giovato al comparto casa. Le perdite in puglia e basilicata son tra il 3 e il 4% nell’ultimo anno, la metà della media nazionale, con brindisi che perde meno artigiani delle altre città pugliesi e lucane.
A detta della Cgia questa riduzione in parte è anche riconducibile al processo di aggregazione/acquisizione che ha interessato alcuni settori, mostrando assetti societari più ampi e stabili. Ma non tutti i settori artigiani hanno subito la crisi: quelli del benessere e dell’informatica presentano dati in controtendenza. Aumentano gli acconciatori, gli estetisti e i tatuatori; in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell’alimentare, con risultati positivi per le gelaterie, le gastronomie e le pizzerie per asporto, in particolare nelle città ad alta vocazione turistica.
Stefania Losito