Se finora il presidente della Repubblica Mattarella ha lanciato un monito, in più occasioni pubbliche, a non sprecare i fondi del Pnrr, ieri ne ha parlato direttamente con la premier Giorgia Meloni, al Quirinale, in un faccia a faccia. Un invito a pranzo che si trasforma in un colloquio lunghissimo, tanto che la premier salta la tappa annunciata in serata per chiudere con gli alleati la campagna elettorale per il Friuli Venezia Giulia. Meloni si collega da Roma, fa un discorso che in parte replica gli “Appunti di Giorgia”, la rubrica social diffusa poco dopo che era filtrata la notizia della colazione con il Capo dello Stato. Meloni ha cercato di rassicurare Mattarella sulla chiarezza degli obiettivi che lo stesso capo dello Stato chiede siano perseguiti il prima possibile.
Un incontro che si è svolto, nella descrizione che arriva da entrambe le parti, in un clima “cordiale” e “collaborativo”. Cade in un momento intenso per il governo, che a breve deve chiudere la partita delle nomine e che in questi ultimi giorni ha visto lo scontro, poi rientrato, con l’Anac per le soglie degli appalti, e l’attacco da parte delle opposizioni per “lo scudo penale” su alcuni reati fiscali (nessun condono, replica secca la premier, “questo governo non li fa”) e per i ritardi sul Pnrr. Tutti temi, almeno nei loro tratti generali, su cui Mattarella ha voluto chiedere chiarimenti e approfondimenti. Meloni avrebbe fatto una illustrazione puntuale al capo dello Stato sullo stato del negoziato con la Ue sul Pnrr, che il governo vuole modificare – la sua tesi – per risolvere le “criticità” emerse in questi mesi ed evitare di non raggiungere tutti gli obiettivi. Un intento che non può che essere condiviso dal capo dello Stato che solo pochi giorni fa aveva richiamato tutti a mettersi “alla stanga”.
Il Piano “non lo abbiamo scritto noi” dice anche alla piazza di Udine Meloni, senza citare Mario Draghi, che ha costruito un piano “su due presupposti, riforme e investimenti”. Fondamentale, per il Colle, è non mancare questo passaggio cruciale per il Paese.
il colloquio è stato a 360 gradi con molti temi sul tappeto, dai migranti (su cui tra l’altro al Senato pendono una ventina di emendamenti della Lega che chiedono un intervento ancora più deciso sulla protezione speciale) ai rapporti con Bruxelles su tutti i dossier internazionali aperti.
Stefania Losito