A scatenare la reazione dei calciatori l’epiteto rivolto da uno spettatore nei confronti di un giocatore di colore
Prima gli insulti razzisti provenienti dagli spalti, poi la decisione del capitano di ritirare la squadra dal campo. È accaduto ieri a Cison di Valmarino, nel trevigiano, durante una partita di Prima Categoria tra la squadra locale e il San Michele Salsa di Vittorio Veneto.
Secondo quanto ricostruito dai media locali, al 25’ del primo tempo dalle tribune è partito un chiaro epiteto razzista nei confronti di un giocatore della squadra ospite, Ousenyou Deidhiou. A quel punto il capitano del San Michele, Miki Sansoni, ha dato dell’ignorante allo spettatore, è stato espulso dall’arbitro e ha fatto uscire dal campo i propri compagni di squadra, con conseguente sospensione della partita. Una decisione condivisa dall’allenatore avversario e da un dirigente del San Michele, che ricopre anche l’incarico di amministratore nelle file della Lega. “Ci assumeremo tutte le responsabilità, qualsiasi sia la decisione del Giudice sportivo”, ha spiegato il dirigente. Dello stesso avviso Sergio Faraon, direttore generale del San Michele.
Il calciatore vittima dell’insulto razzista, 24 anni, è di nazionalità italiana, parla perfettamente il dialetto locale ed è impiegato come posatore di cartongesso in un’azienda della zona. Lo spettatore che ha pronunciato la frase, a quanto si è appreso, sarebbe il padre di uno dei calciatori della squadra di casa.
Vincenzo Murgolo