Continuano a tenere banco le tensioni tra Cina e Taiwan dopo la visita a Taipei della presidente della Camera americana, Nancy Pelosi. Nella giornata di ieri Pechino ha lanciato 11 missili balistici Dongfeng nelle acque intorno a Taiwan e 22 caccia cinesi hanno superato la linea mediana informale che divide lo Stretto. L’esercito di Taipei ha fatto sapere di aver “colto immediatamente le dinamiche di lancio” e di aver “attivato i relativi sistemi di Difesa e rafforzato la prontezza al combattimento”. Il superamento della linea mediana anche nella giornata odierna è stato confermato dal ministero della Difesa di Taiwan, che ha definito le ultime manovre “altamente provocatorie”.
Intanto il ministero degli Esteri cinese ha reso noto che Pechino ha imposto sanzioni a carico di Nancy Pelosi e dei suoi familiari per la visita fatta a Taiwan nei giorni scorsi. La speaker della Camera, si legge in una nota, “ha insistito per recarsi a Taiwan senza tenere conto delle serie preoccupazioni e della ferma opposizione della Cina, interferendo gravemente negli affari interni della Cina e minandone gravemente la sovranità e l’integrità territoriale”. Nessun dettaglio, al momento, sulle sanzioni imposte a Nancy Pelosi e ai suoi parenti. Stati Uniti e Paesi occidentali hanno ritenuto eccessiva la reazione del governo cinese, ma per Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, l’essenza della vicenda “non è una questione democratica, bensì una questione di principio importante sulla sovranità e l’integrità territoriale della Cina”. La parte americani, ha aggiunto Hua, “dovrebbe pensare in modo diverso”.
Dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, è arrivata invece la condanna alle esercitazioni militari cinesi intorno a Taiwan, definite “una escalation significativa”. Non c’è, secondo Blinken, “alcuna giustificazione” per le manovre decise da Pechino.
Il ministro degli Esteri giapponese, Yoshimasa Hayashi, ha chiesto alla Cina di “fermare immediatamente” le esercitazioni. Intanto il suo omologo cinese ha convocato gli ambasciatori dei Paesi del G7, tra cui l’Italia, e dell’Unione Europea esprimendo il proprio disappunto circa il comunicato firmato ieri nei quali veniva espressa forte critica sulle esercitazioni militari lanciate. Da Tokyo la stessa Nancy Pelosi ha assicurato che gli Stati Uniti “non permetteranno” alla Cina di isolare Taiwan. Pelosi ha poi aggiunto che le sue visite nei Paesi asiatici, tra cui Taiwan, “non riguardavano il cambiamento dello status quo” nella regione.
Dalla compagnia aerea ‘Singapore Airlines’ è arrivato lo stop ai voli da e per Taiwan a causa della “crescente restrizione” dello spazio aereo dovuta alle esercitazioni militari cinesi nello stretto. “La sicurezza del nostro staff e dei passeggeri è la nostra priorità”, ha dichiarato in un’intervista il portavoce della compagnia.
A difendere la posizione di Pechino è però arrivato Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. “Provocazioni come la visita di Nancy Pelosi a Taiwan”, ha spiegato, “non avvengono senza conseguenze”. “La Cina”, ha poi aggiunto Peskov, “sta adottando legittimamente un’azione per proteggere la sua sovranità”.
Vincenzo Murgolo