
L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani celebra Rino Gaetano, l’erede di Fred Buscaglione, venerato ancora oggi da un pubblico che a 75 anni dalla sua nascita continua ad amarlo per quel nonsense solo in apparenza incomprensibile, che lo ha fatto diventare un’autentica star della musica leggera italiana. Cantautore autodidatta, nato il 29 ottobre 1950 a Crotone ma artisticamente cresciuto nei sobborghi romani, Rino ha saputo mescolare con ironia e acume attivita’ teatrale e sperimentazione musicale fino a diventare “un’autentica star della musica leggera italiana”, come ricorda L’Enciclopedia della Musica Contemporanea, diretta da Ernesto Assante e Sandro Cappelletto, in uscita a settembre. Erede di Fred Buscaglione, primo “cantautore proletario nel senso in cui lo intendeva Pier Paolo Pasolini”, Rino Gaetano si impose nel 1975 con il 45 giri ‘Ma il cielo e’ sempre piu’ blu’, seguito nel 1976 da ‘Mio fratello e’ figlio unico’ e nel 1977 dall’album ‘Aida’ Partecipò nel 1978 al Festival di Sanremo dove propose la piu’ orecchiabile e disimpegnata ‘Gianna’ – che si classifico’ terza vendendo poi 600.000 copie – al posto di ‘Nuntereggae piu”, a causa del lungo ed esplicito elenco di nomi di politici e vip che il cantautore nella canzone dichiarava di “non sopportare più”.
L’album ‘Nuntereggae piu” – pubblicato il 1 settembre 1978 fu la definitiva consacrazione di uno stile che arrivava a un pubblico di massa perche’ affrontava le criticita’ politico-sociali del momento con uno sguardo disincantato, dissacrante e leggero ma non per questo meno corrosivo.
Il culto della figura di Rino Gaetano, scomparso a Roma il 2 giugno 1981 in un incidente stradale, dopo un calo durato fino agli anni Duemila, ha continuato a crescere nel tempo, facendolo apprezzare come un autore di prima grandezza: concerti tributo, mostre, materiali inediti e nuove generazioni di artisti che hanno contribuito a restituire spessore e visibilita’ a un cantautore dalla voce libera e inconfondibile, capace di raccontare con sarcasmo e leggerezza il paradosso di un’epoca e la complessita’ di un Paese, smascherandone le contraddizioni senza mai cadere nella retorica.
Michela Lopez