Papa Francesco è arrivato a Malta per il suo trentaseiesimo viaggio apostolico. Per la prima volta in un viaggio papale, è sceso dall’aereo Ita con un ascensore aperto dalla parte posteriore e non usando la scaletta. Il Pontefice soffre
per un problema al ginocchio. Sull’aereo, Bergoglio risponde alla domanda sull’invito a Kiev da parte di Zelensky: “Sì, è sul tavolo”, dice.
E’ arrivato al Palazzo del Gran Maestro per la visita di cortesia al presidente George William Vella, dove sta incontrando anche il premier Robert Abela, le autorità maltesi e il Corpo diplomatico. Il Pontefice, con la jeep scoperta, ha percorso le strade nel centro della Valletta, salutando i fedeli assiepati dietro le transenne.
Fuori al palazzo ad attenderlo circa 2.000 persone.
Prima della partenza, Bergoglio ha incontrato, a Casa Santa Marta, alcune famiglie di rifugiati dall’Ucraina ospitate dalla Comunità di Sant’Egidio, accompagnate anche dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità. Tra di loro una mamma di 37 anni con due bambine, di 5 e 7 anni, arrivati in Italia da Leopoli circa 20 giorni fa. La bambina piccola ha subito un intervento cardiologico ed è sotto controllo medico a Roma. Due mamme, cognate, con i 4 figli, di età tra i 10 e i 17 anni: ospitati in un appartamento offerto da una signora italiana, vengono da Ternopil e sono arrivati a Roma anche loro poco più di 20 giorni fa. I minori delle due famiglie già frequentano la scuola. La terza famiglia è arrivata nella capitale italiana da tre giorni, passando per la Polonia. Sono 6 persone, vengono da Kiev: madre e padre, con tre figli, di 16, 10 e 8 anni, e la nonna di 75 anni. Anche loro vivono in una casa offerta da un’italiana per l’accoglienza ai profughi.
Come di consueto prima di lasciare il territorio italiano, il Papa ha inviato un telegramma al presidente Sergio Mattarella, nel quale esprime la “gioia” di incontrare “i fratelli nella fede” di un “Paese di luminosa bellezza al centro del Mediterraneo, nonché porto millenario di molteplici approdi e partenze”. Il Pontefice invia al capo di Stato e all’intero popolo italiano “fervidi auguri di serenità e pace”.
Durante il saluto alle autorità, che ha ringraziato per l’accoglienza, Papa Francesco ha rivolto un pensiero all’Ucraina e e un monito all’Ue: “Il Mediterraneo ha bisogno di corresponsabilità europea per diventare nuovamente teatro di
solidarietà e non essere l’avamposto di un tragico naufragio di civiltà”. Lo ha detto il Papa ringraziando Malta per la sua accoglienza ai migranti. Il Papa richiama l’Europa perché “non possono alcuni Paesi sobbarcarsi l’intero problema
nell’indifferenza di altri! E non possono Paesi civili sancire per il proprio interesse torbidi accordi con malviventi che
schiavizzano le persone”. “Il Mare Nostrum non può diventare il cimitero più grande dell’Europa”, ha aggiunto.
Il Papa pensa invoca “una misura umana davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni”. Parlando a Malta, il Papa cita Giorgio La Pira, che parlava di “infantilismo dell’umanità”: “Quell’infantilismo purtroppo non è sparito. Riemerge
prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, dei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di
gettare ponti e di partire dai più poveri”.
Stefania Losito
(@credits: foto di copertina da vaticannews.va)