Nel discorso, apprezzato anche dall’opposizione, ha chiesto la riforma della Giustizia e dignità e responsabilità per i giovani
Sergio Mattarella si è insediato come tredicesimo presidente della Repubblica italiana. Parlando alle Camere riunite, ha utilizzato per 18 volte la parola dignità, ripetuta dieci volte a scandire un finale in crescendo.
Dopo aver giurato, Mattarella ha ricordato anzitutto il periodo travagliato, anche per lui, che ha preceduto la rielezione. Poi ha fatto riferimento agli studenti che protestano, ha chiesto che non si ripetano episodi come quello della morte del giovane Lorenzo.
Ha citato Papa Francesco, Monica Vitti e David Sassoli e ha dedicato un capitolo alla necessità della riforma della giustizia. Spazio anche alle attese dei cittadini in sofferenza, alle disuguaglianze che devono venire meno, all’esempio dei medici e alla necessità di assumersi le responsabilità anche per le future generazioni.
È stato applaudito per 55 volte e ha chiesto che il Parlamento sia sempre messo in condizione di poter esaminare i provvedimenti del governo.
Il discorso d’insediamento ha ottenuto un consenso bipartisan. Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, all’opposizione, ha apprezzato quella che ritiene una discontinuità. Cruciale il tema della giustizia anche per Salvini, mentre David Ermini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura ha sottolineato la spinta fortissima alla riforma. Per Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, la frase più forte è stata quella sulle disuguaglianze. Per Giuseppe Conte, infine, le parole su giovani e ambiente “sono una bussola per una società più giusta”.
Gianvito Magistà