Il premier Mario Draghi torna a invocare la strada della solidarietà e della condivisione tra Stati nella gestione dei flussi di migranti. “Da soli non possiamo controllare i movimenti migratori, dall’inizio dell’anno sono stati sei volte tanto rispetto al 2019. Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi europei, anche nel Mediterraneo, l’Italia continua a promuovere un avanzamento europeo verso una gestione collettiva, in un equilibrio fra responsabilità e solidarietà”, spiega il premier alla conferenza Rome Med-Mediterranean Dialogues, aggiungendo che “si devono rafforzare i flussi legali che sono una risorsa e non una minaccia”. Sulla guerra tra Israele e palestinesi, Draghi auspica “un cammino che deve portare a una soluzione a due Stati, praticabile, giusta e direttamente negoziata dalle parti coinvolte”.
Sul fronte della Libia, la Germania fa sapere che il suo impegno nel Paese “continuerà” anche dopo l’insediamento del nuovo governo tedesco, come assicura il sottosegretario agli Esteri, Niels Annen, intervenuto in video conferenza alla conferenza internazionale promossa da ministero degli Esteri e Ispi a Roma. Riconoscendo che la data delle elezioni del 24 dicembre rimane “molto delicata”, Annen ha ringraziato l’Italia per il “supporto” dato alla Germania nel “rafforzare il ruolo dell’Europa in Libia in questi anni”. E sull’attenzione alla situazione libica è d’accordo anche il ministro degli Esteri: “La sfida piu’ immediata per l’Italia è la stabilizzazione della Libia”, osserva Di Maio.
Intanto, il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha deciso di chiudere il caso dopo aver esaminato quanto fatto dall’Italia per rimediare alle violazioni riscontrate dalla Corte Ue dei diritti umani nella sentenza del 2016 sulla detenzione arbitraria di alcuni migranti avvenuta nel 2011. Per il Consiglio, l’Italia dimostra di aver introdotto nella legislazione una possibilità, per i migranti, di rivolgersi alla giustizia per far esaminare legalità, durata e condizioni della loro detenzione amministrativa nei centri di accoglienza.
Stefania Losito