E’ morto, a 93 anni, Andrea Camilleri, il padre artistico del commissario Montalbano. Nato come regista teatrale e televisivo, Camilleri esordisce come scrittore nel 1978, a 53 anni, con testi che non hanno successo. Montalbano nascerà nel 1994: la sua prima comparsa è nel romanzo “La forma dell’acqua”. Da allora il filone Montalbano per Camilleri diventa produzione seriale: sono poco meno di 50 le pubblicazioni dedicate al Commissario. Ma il fenomeno esplode con la serie televisiva che anche nelle repliche segna costantemente record di ascolti grazie anche alla formidabile interpretazione di Luca Zingaretti, i cui caratteri somatici erano ben lontani da quelli immaginati da Camilleri per il suo personaggio.
A colpire dello scrittore Camilleri è una scrittura mista tra lingua siciliana e lingua italiana.
Ma la passione di Camilleri è il teatro. A giugno dell’anno scorso, ormai cieco da tempo, mise in scena “Conversazione su Tiresia” nel Teatro Greco di Siracusa. Prima del suo ricovero stava preparando il suo spettacolo “Autodifesa di Caino” alle Terme di Caracalla, previsto il 15 luglio. “Se potessi – aveva detto in passato – vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano”.
Ma vorremmo ricordarlo con le ultime parole del monologo su Tiresia, privato della vista da Giunone, storia nella quale “persona e personaggio si incontrano” nel Teatro Greco di Siracusa: “Ho trascorso questa mia vita ad inventarmi storie e personaggi. L’invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant’anni, ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità e solo venendo qui posso intuirla, solo su queste pietre eterne.”
Intanto adesso lo salutiamo noi con il cappello in mano. In attesa del colpo di scena: l’ultimo inedito di Montalbano.
Maurizio Angelillo