Il nuovo ep di Irama si chiama “Crepe” e uscirà il 28 agosto. E’ proprio Irama a spiegare il suo nuovo lavoro con quest eparole: “Ognuno di noi ha le sue crepe, ne abbiamo tante, troppe. Io ne ho sia a livello artistico che introspettivo. Ma la cosa piu’ importante e’ che quelle crepe non vanno nascoste, ma valorizzate, come fanno i giapponesi con la tecnica dello Kintsugi, che usa oro o argento liquido per
riparare gli oggetti in ceramica, rendendoli ancora piu’ preziosi”.
Un ep “che dato il numero di pezzi, ben sette, che ci sono, poteva anche essere un album vero e proprio. Ma quello arrivera’ presto… – racconta il giovane artista. Irama è nato a Carrara, passato da Sanremo Giovani, poi da Amici, approdato nei Big del Festival e poi tornato di nuovo ad Amici
E’ dal suo esordio un artista refrattario alle definizioni: “Se mi chiedi se sono un cantautore, un rapper o una rockstar io non sono niente di tutto questo. Io sono Irama”, scriveva sui social qualche giorno fa. Per Filippo Maria (questo il suo nome di battesimo) l’importante e’ la ricerca continua di nuovi stimoli, di sfumature diverse.
“C’e’ la voglia di raccontare un mondo musicale eclettico. E di crescere: sarebbe una grande sconfitta
e una delusione scoprire tra 10 o 20 anni di aver smesso di crescere. Ognuno di noi e’ quello che ha deciso di essere”.
Critico nei confronti del mercato discografico ha detto: “continua a preconfezionare artisti, come fossero prodotti su uno scaffale”. Irama non ha voglia ne’ intenzione di piegarsi alle regole imposte da altri. “E forse per questo mi sono dovuto fermare e poi ripartire, ma io ho cominciato a scrivere canzoni a sette
anni e non concepisco come possa l’arte essere omologata. La grandezza di Prince, dei Queen era non sapere cosa aspettarsi da loro. Non potevano essere inquadrati in un genere. Loro erano il genere. Oggi invece e’ tutto piu’ semplificato, nelle playlist, negli ascolti gia’ preconfezionati. Catalogare tutto mi fa venire i brividi”.
I numeri sembrano dargli ragione: la sua Mediterranea ha conquistato l’estate, con oltre 60 milioni di stream e certificato doppio platino, e ora dal 28 agosto in versione latina con De La Ghetto in tutto il mondo.
Il coronavirus ha bloccato, ma solo momentaneamente, la sua voglia di esibirsi dal vivo: “E’ la mia dimensione, dovremo aspettare l’ano prossimo probabilmente per tornare live, ma lo faremo. Il lockdown non e’ stato un periodo proficuo per l’arte, e tanto meno per me. Non c’erano stimoli”.
Angela Tangorra