Paul McCartney pubblica un album dalla pandemia. “McCartney III”, prodotto interamente nella sua fattoria dell’East Sussex durante il lockdown e arriva il 18 dicembre a mezzo secolo dal debutto di Paul senza i Beatles con una copertina disegnata dall’artista americano Ed Ruscha.
Paul non aveva pianificato uscite discografiche nel 2020 ma, nell’isolamento da Covid, ha cominciato a lavorare su brani gia’ esistenti e a crearne di nuovi. Il nuovo album e’ il terzo in una trilogia in cui il 78enne architetto di “She’s Leaving Home” suona tutti gli strumenti e canta tutte le canzoni. “McCartney”, il primo registrato nel 1970 dopo l’addio alla band, suggello’ il divorzio dei Beatles dopo che l’anno prima John Lennon aveva informato gli altri “Fab Four” dell’intenzione di lasciare.
Quest’anno, costretto dalla pandemia, McCartney si e’ ritirato con la famiglia in campagna. “Vivevo in isolamento e andavo ogni giorno nel mio studio. Avevo cose rimaste a meta’ nel corso degli anni. Ogni giorno iniziavo a registrare con lo strumento su cui avevo scritto la canzone e poi, gradualmente, stratificavo il tutto. Ho fatto musica per me stesso, cose che mi piaceva fare. Non avevo idea che il lavoro
sarebbe diventato un album”, ha detto.
Punto di partenza e’ stato un brano inedito degli anni Novanta, “When the Winter Comes”, composto con il producer dei Beatles George Martin, che chiude l’album e ha ispirato anche un altro track, “Long Tailed Winter Bird”. In ossequio al minimalismo creativo imposto dal Covid 19, il nucleo dell’album e’ formato da riprese dal vivo di Paul con la voce e la chitarra o il piano. E a differenza del tono riflessivo che l’isolamento
del lockdown ha imposto alle uscite di artisti piu’ giovani come la Swift, Charli XCX, e BTS, il nuovo McCartney e’ molto “Paul”, allegro, resiliente, proiettato con ottimismo verso il futuro.
Un messaggio simile a quello lanciato dai Beatles ai baby boomer nell’album “Sgt. Pepper’s” del 1967: “Life it’s getting better. It’s getting better all the time”.
Angela Tangorra