Bene ha fatto “ilfattoquotidiano.it” a ricordare Giuseppe Girolamo, il musicista pugliese che non sapeva nuotare e che mentre la nave Concordia, il 13 gennaio del 2012, dinanzi all’isola del Giglio, affondava, cedette a una bambina il posto sulla scialuppa di salvataggio. Lui rimase sulla nave. E poi fu inghiottito dal mare. A cinque anni di distanza Giuseppe meriterebbe una medaglia d’oro al valor civile.
E’ lui l’anti-Schettino, il comandante che contro ogni regola del mare e del buon marinaio decise di darsela a gambe salendo su una scialuppa per raggiungere il ristorante piu’ vicino. Giuseppe e’ la persona comune che si trasforma in eroe soltanto seguendo il buonsenso, la semplice educazione che si riceve da una famiglia davvero perbene, la legge naturale che impone di salvare chi e’ piu’ debole. Giuseppe non e’ il comandante che deve lasciare per ultimo la nave che affonda. Non ha gradi. Nella sua vita ha coltivato una grande passione, quella per la musica, capace di trasmettere valori universali. Giuseppe ha lasciato vivere una bambina. Tragica decisione: mi salvo io o lei? Ma forse neanche si e’ posto questa domanda. Giuseppe si e’ semplicemente condannato a morte per mettere in salvo la piccola. Ecco, anche noi, che apparteniamo allo stesso mondo di Giuseppe e che coltiviamo i grandi valori delle “canzonette”, ci accodiamo alla richiesta, rivolta al capo dello Stato Mattarella, di conferire al batterista di Alberobello la medaglia d’oro al valor civile. Non serve a lui perche’ e’ gia’ un eroe. Serve alla comunita’ per ricordare come si deve comportare un vero uomo.
Maurizio Angelillo