Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ai domiciliari dal 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione e falso, ha risposto ieri in un interrogatorio fiume, durato otto ore, davanti ai pm dell’inchiesta in Liguria, che gli hanno formulato 180 domande. “Ogni euro incassato è stato destinato alla politica” ed è tutto “tracciabile”, assicura il governatore in una memoria difensiva. Toti aveva insistito per essere sentito dai magistrati e spiegare le sue ragioni. E lo ha fatto con anche la memoria depositata ai pm: “Nell’intero impianto accusatorio si analizza solo una limitatissima parte dei rapporti tra amministrazione, Presidente, e mondo del lavoro e delle imprese. E di tale limitatissima parte si fa paradigma per tutto il resto. Al contrario, l’atteggiamento e l’animus dei rapporti e dei contesti analizzati dovrebbe invece essere esaminato e interpretato alla luce della generalità e molteplicità dei rapporti di un lunghissimo periodo”.
E, sottolinea Toti, è solo “da una visione di ampio respiro, che abbracci tutto l’arco della mia presidenza, che si può apprezzare la nostra visione politica e comprendere appieno come tutte le mie azioni (anche quelle contestate) siano state ispirate, certamente dalla giusta attenzione verso le imprese operanti sul territorio ma nell’unica prospettiva della tutela dell’interesse collettivo e del suo progresso”.
Le domande a cui il governatore ha risposto riguardano anche il presunto voto di scambio, organizzato con i gemelli Arturo e Maurizio Testa, “arruolati” per raccogliere i consensi tra la comunità riesina nel quartiere Certosa, in vista delle Regionali del 2020. Alla fine vennero trovate 400 preferenze. Per l’accusa, in cambio sarebbero stati promessi posti di lavoro. Il capo di gabinetto Matteo Cozzani è indagato per voto di scambio con l’aggravante mafiosa.
E poi, i favori a Aldo Spinelli per il rinnovo della concessione a 30 anni per il Terminal Rinfuse e l’interessamento per destinare una parte della spiaggia pubblica di Punta Olmo, a Celle Ligure, a uso privato per i 42 appartamenti preventivati dalla famiglia Spinelli. Altre domande riguardano i finanziamenti ricevuti non solo da Spinelli e Francesco Moncada (ex consigliere del consiglio di amministrazione di Esselunga, indagato per corruzione anche lui), ma anche dal re delle discariche Pietro Colucci e da altri imprenditori.
Toti è intenzionato a chiedere al giudice per le indagini preliminari la revoca della misura cautelare ma, per la decisione, servirà almeno ancora una settimana.
Stefania Losito