Sulle tavole i piatti tipici della tradizione regionale italiana
Circa un terzo del budget delle vacanze di Pasqua in Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismo, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici nei mercati che si moltiplicano con l’arrivo della primavera. E’ quanto stima la Coldiretti per le vacanze a Pasqua. Sulle tavole delle località turistiche si riscoprono le ricette pasquali che caratterizzano le diverse aree del Paese come per esempio gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio.
Se in Romagna sono di rigore i passatelli in Molise è l’insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. In Puglia, prosegue la Coldiretti, il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova
sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello. È proprio la carne d’agnello insieme alle uova sono gli ingredienti più presente sulle tavole della Pasqua che, continua la Coldiretti, offre un grande varietà di dolci locali, oltre al tradizionale uovo di cioccolato e colomba diffusi in tutta la Penisola. “Una
ricchezza che – conclude la Coldiretti – è stata riconosciuta dalla recente candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco che può rappresenta un importante leva per il turismo nel Belpaese”.
Angela Tangorra