Marco Pannella non sta bene. Sabato è andato a trovarlo, nella sua casa romana, il premier Matteo Renzi, mentre il capo dello Stato Sergio Mattarella gli ha telefonato. Nelle ultime ore è andato a trovarlo Silvio Berlusconi e gli ha telefonato Giorgio Napolitano. E’ l’occasione per ricordare, adesso che è in vita (e gli auguriamo di restarci a lungo), che grazie a lui e ai radicali sono state introdotte in Italia libertà difficili da riconoscere in un paese cattolico e conservatore come il nostro. Non sarebbe il caso che Mattarella lo nominasse senatore a vita? A persone come lui questi riconoscimenti non servono a nulla. Non ha disegnato edifici (Piano), non ha scoperto nulla di scientificamente rilevante (Rubbia, Cattaneo), non è stato premier di un governo d’emergenza (Monti). Ha soltanto dedicato una vita per i diritti, regalandocene qualcuno. Non è stato un politico della casta: non ha intascato gli stipendi d’oro per non far nulla. In cambio ha dato pezzetti della sua vita e frammenti del suo corpo, con gli scioperi della fame e della sete (che hanno profondamente minato la sua salute, che oggi deve vedersela con due tumori insidiosi). Proteste che alla fine non facevano più notizia e che Pannella ha dovuto tirare sino a un punto di non ritorno, fermandosi a un passo dalla morte, pur di attirare l’attenzione dei media su argomenti che magari interessavano lo stato dei detenuti, per i quali nessuno sacrificherebbe la vita, nessuno tranne Marco Pannella. E a proposito di casta: come europarlamentare non è riuscito mai a far scattare il vitalizio perché si dimetteva prima del tempo per consentire agli altri candidati radicali non eletti di entrare in virtù del principio di rotazione. “Io – ha detto Renzi al termine della visita – vengo come sapete da una cultura e da una storia diversa e tuttavia credo che, come istituzione, sia giusto e doveroso salutare e dialogare con un personaggio così significativo nella storia del nostro Paese, per chi ne ha appoggiato le idee, per chi le ha contrastate”. Ecco il punto. Si può non essere d’accordo con le battaglie di Pannella, ma non esistono al momento grandi esempi viventi di politici che hanno dato e fatto così tanto. La nomina di senatore a vita di Pannella più che a lui servirebbe alle nuove generazioni che spesso non danno valore a libertà e diritti, che spesso ritengono la politica marcia finalizzata ad intascare stipendi e vitalizi. Pannella dimostra che si può essere politici e ottenere molte cose per la collettività anche non stando al governo. Se ci credi.
Maurizio Angelillo