E’ stata riaperta stamattina, a Potenza, la chiesa della Santissima Trinità nel cui sottotetto, il 17 marzo 2010, fu trovato il cadavere di Elisa Claps, la ragazza potentina scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993.
La notizia è stata confermata da fondi della curia arcivescovile potentina. Da tempo era stato avviato il progetto di riapertura al culto della chiesa, che si affaccia su via Pretoria, la strada principale della città, provocando anche polemiche da parte della famiglia Claps, contraria alla scelta.
“Solo cosi’ cosi’ potevano riaprila, in silenzio, durante il mese di agosto, come dei ladri”. Ha commentato Gildo Claps, il fratello di Elisa. “Non sono sorpreso perché sono stati ladri di verita’ per trent’anni. Mi auguro davvero che la chiesa resti deserta, perché credo sia la risposta migliore che possa dare la città”.
All’interno della chiesa sono stati condotti lavori di ristrutturazione che hanno riguardato anche l’annessa canonica, che è stata abbattuta. Nei giorni scorsi Papa Francesco in una lettera inviata all’arcivescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, aveva annunciato che alla fine degli interventi edilizi diventerà un'”oasi di fede e di speranza nel cuore del centro storico, monito muto a favore di una gioventù che merita più cura e più attenzione da parte della Chiesa e della società”. A tale proposito, monsignor Ligorio ha affidato all’attuale parroco della cattedrale, don Antonio Savone, anche la responsabilità della parrocchia della Trinità.
La diocesi ha reso noto che “inizialmente, per un congruo tempo, la chiesa rimarrà aperta ogni giorno dalle ore 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20”. Tenuto anche conto dell’indirizzo dato di recente da Papa Francesco, “in sintonia” con l’arcivescovo del capoluogo lucano, la chiesa sarà “un luogo di preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiori e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita”.
La decisione di riservare la chiesa della Trinità alla “preghiera silenziosa” è stata presa proprio per avviare un “cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità potentina, segnata da una ferita indelebile”.
Stefania Losito