Ieri terzo giorno di votazioni e ancora fumata nera, come prevedibile, per il Quirinale. I votanti sono stati 978. Le schede bianche ancora la fanno da padrona: 412. Mattarella continua a fare incetta di voti, 125. Più o meno lo stesso numero, 114, per Guido Crosetto, mentre a oltre quota 50 si attesta Pierferdinando Casini. Cresce anche il giurista Paolo Maddalena, sostenuto dagli ex grillini di Alternativa C’è, passato dai 39 voti di due giorni fa ai 60 di ieri. Nessun astenuto, 84 le schede disperse e 22 le schede nulle. Tra i voti burla, è stata la volta di Terence Hill, Enrico Michetti, Marco Tardelli.
Intanto, fuori dall’Aula, il centrodestra resta diviso al terzo voto. FdI aveva chiesto di indicare Carlo Nordio e, alla risposta negativa degli alleati, ha deciso di votare Guido Crosetto, che commenta: “Sono commosso, grazie, onorato”. Fratelli d’Italia conta su 63 voti: 21 senatori, 37 deputati e 5 delegati regionali ma i voti per Crosetto sono il doppio. “Vuol dire che il centrodestra ha una capacità attrattiva in questo Parlamento. Guido è una persona stimata, lo sappiamo. Sarebbe stato interessante esercitare questa capacità unitariamente oggi”, ha detto Giorgia Meloni.
Dal centrosinistra il Pd chiama Salvini per convincerlo a non procedere domani al voto su un candidato del solo centrodestra (potrebbe essere la presidente del Senato Casellati) e chiede un vertice della maggioranza di governo. Secondo i Dem, un muro contro muro avrebbe l’effetto di far saltare la maggioranza. “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe in sintesi il modo più diretto per far saltare tutto”. E’ duro il tweet del segretario Pd Letta, dopo lo scrutinio.
Il nome di Mario Draghi continua a circolare come una delle soluzioni possibili, anche se in serata a prendere quota è stato quello di Pier Ferdinando Casini. Il fronte contrario al trasferimento di Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale è vasto: va dalla Lega a Giuseppe Conte fino a pezzi del Pd. Fronte che invece preferirebbe il nome dell’ex presidente della Camera, che avrebbe un consenso vasto, dal centrodestra ai centristi, da Italia Viva allo stesso Movimento Cinque Stelle e che non dispiacerebbe al Pd.
La trattativa è lunga e ancora tutta aperta.
Oggi, nella quarta votazione, a partire dalle 11, basterà la maggioranza assoluta, cioè un quorum del 50% più uno, quindi 505 voti.
Stefania Losito (aggiornamento: Gianvito Magistà)