“Nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore. È palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati”. Così il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nell’informativa alla Camera sugli scontri No green pass a Roma e sull’assalto alla sede della Cgil. Il ministro ha sottolineato che il deficit di sicurezza è stato determinato dalla situazione che “ha superato ogni ragionevole previsione e che non deve più ripetersi”.
Lamorgese respinge dunque la lettura politica che come da lei stesso ricordato “tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato da comportamento delle forze dell’ordine”. Per il ministro questa tesi insinua il dubbio che le forze di polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. “È un’ingiusta accusa – ha detto – che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze dell’ordine”.
L’irruzione nella sede della Cgil è stato definito da Lamorgese “il momento più drammatico che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia. Un momento durato 8 angoscianti minuti”.
Le sue parole sono state accolte con alcune proteste in Aula.
Il ministro ha anche riportato alcuni dati: da febbraio 2020 al 18 ottobre si sono tenute 5.569 manifestazioni di protesta, più della metà nel 2021 e di queste 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, che hanno riguardato la contestazioni al green pass. Il 3,4% è sfociato in episodi di violenza, ossia 52 manifestazioni.
E il lavoro continua. Per il ministro “non si può in alcun modo abbassare la guardia. Ci attende un periodo ancora molto impegnativo che per altro vedrà a fino ottobre lo svolgimento del G20”.
Michela Lopez