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Terremoto Turchia-Siria, si scava ancora tra le macerie. Polemiche Erdogan-Twitter sul ritardo nei primi soccorsi

Hanno superato la soglia delle 16.000 vittime i terremoti che hanno colpito il sud della Turchia provocando morte e
distruzione anche nel nord della Siria (secondo le autorita’ governative e sanitarie, sono morte 12.873 persone in Turchia e 3.162 in Siria, per un bilancio totale di 16.035 vittime confermate). I feriti in Turchia sono almeno 62.914. Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha deciso di bloccare Twitter dopo le critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite ma Elon Musk ha annunciato nelle ore successive la ripresa. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade – ha ammesso – ma oggi le cose stanno diventando più facili. Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha detto, in visita nei luoghi colpiti dal sisma – lo Stato sta facendo il suo lavoro”. Continuano anche ad essere ritrovate fortunatamente persone vive tra le macerie. I vigili del fuoco italiani hanno estratto vivi due ragazzi.

Le autorità e le popolazioni del nord-ovest siriano, fuori dal controllo del governo centrale e devastato dal terremoto, chiedono a gran voce di ricevere, dal lato turco, aiuti internazionali per far fronte all’emergenza umanitaria. Ma finora nessun convoglio è entrato in Siria dalla Turchia nonostante tre valichi frontalieri siano stati dichiarati aperti e nonostante le dichiarazioni delle cancellerie occidentali di aver finanziato l’acquisto e l’invio di aiuti.
La situazione rimane estremamente difficile anche nelle aree siriane disastrate ma controllate dal governo. Nonostante
l’arrivo, all’aeroporto di Damasco, di aiuti da parte di numerosi Paesi, la macchina dei soccorsi interna procede con
mille ostacoli dovuti alla carenza di mezzi di un Paese travolto da 12 anni di conflitto armato, afflitto da sanzioni occidentali e da una crisi economica senza precedenti nella sua storia.
In una lettera indirizzata alle Nazioni Unite, il governo siriano incarnato dal presidente Bashar al Assad, sostenuto da
Russia e Iran, ha chiesto aiuti a tutti i paesi membri dell’Onu, allegando al documento una lista, lunga diverse pagine, di
strumenti, macchinari e materiali di vario tipo necessari per sostenere i soccorsi e l’emergenza sanitaria.

Stefania Losito

 
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