“Attueremo tutti i nostri piani”. È l’avvertimento lanciato dal presidente russo, Vladimir Putin, nel suo intervento allo stadio di Mosca durante l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea. Il numero uno del Cremlino ha spiegato che l’operazione militare in Ucraina è stata decisa per evitare un genocidio. Durante il suo discorso Putin ha citato il Vangelo di Giovanni: “Nessuno”, ha detto, “ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. La trasmissione, prima che Putin finisse di parlare, è stata interrotta dalla televisione pubblica russa, che ha motivato il tutto con “problemi tecnici sul server”. “Una bestemmia”, ha commentato l’arcivescovo Bruno Forte. Durante una telefonata con il presidente francese Macron, riferiscono fonti dell’Eliseo, Putin ha “rigettato sull’Ucraina la responsabilità della guerra”.
Intanto oggi si è svolto un colloquio telefonico tra il presidente americano, Joe Biden, e il suo omologo cinese, Xi Jin-Ping. “Un conflitto”, ha assicurato il numero uno di Pechino, “non è nell’interesse di nessuno”. La conversazione in videoconferenza, a quanto si apprende, è durata quasi due ore. La crisi in Ucraina, secondo Xi, “è qualcosa che non vogliamo vedere”. Il presidente cinese ha poi aggiunto che “gli eventi mostrano ancora una volta che le relazioni tra Stati non possono arrivare alla fase dello sconto”, invocando le “responsabilità internazionali per compiere gli sforzi per la pace e la tranquillità nel mondo”. Biden ha chiesto a Xi di usare la sua influenza con Putin affinché Mosca “metta fine a questa orribile guerra”, avvertendolo anche che gli Stati Uniti sono pronti a vendicarsi nel caso in cui Pechino dovesse sostenere attivamente la Russia.
Prosegue intanto l’offensiva di Mosca sul territorio ucraino. Nelle prime ore del mattino tre forti esplosioni sono state avvertite nella zona dell’aeroporto civile di Leopoli. Un’enorme colonna di fumo si è alzata, come hanno mostrato foto e video postati sui social. Almeno 45 persone sono morte in un attacco missilistico contro alcune caserme dell’esercito ucraino a Mykolaiv, nella zona meridionale del Paese. Un ferito grave e nessun morto, invece, nell’attacco al teatro rifugio di Mariupol, secondo quanto riferito dalle autorità locali. Ci sono ancora 1300 persone rifugiate nei sotterranei, mentre Kiev si avvia a un’altra notte di coprifuoco, che scatterà alle 20 e durerà fino alle 7 di domani mattina.
Vincenzo Murgolo