La città di Severodonetsk rimane l’epicentro dello scontro nel Donbass e il destino della regione sarà deciso proprio lì. Ad affermarlo è stato il presidente ucraino Zelensky. “Non vediamo”, ha aggiunto, “il desiderio della Federazione Russa di sedersi al tavolo dei negoziati e di risolvere diplomaticamente questa guerra senza omicidi e torture. Come mai? Perché sta ancora sentendo il potere. Come indebolirlo? Il mondo intero deve farlo”. I filorussi hanno annunciato la presenza di navi provenienti da Berdyansk, mentre a Bakhmut una scuola è stata distrutta da raid russi. Altri bombardamenti hanno invece distrutto due ospedali a Severodonetsk e a Rubizhne, a est del Paese, dove è stata rasa al suolo anche un’azienda farmaceutica. Il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Motuzianyk, ha intanto annunciato che la Russia ha schierato altri 30 carri armati a Vasylivka, villaggio a 35 chilometri da Zaporizhzhia, a sud del Paese. A riportarlo è il ‘Kyiv Independent’.
Intanto Antonio Gutierres, segretario generale dell’Onu, ha sottolineato in un tweet l’importanza di un accordo su grano e fertilizzanti. “L’impatto della guerra sulla sicurezza alimentare, l’energia e la finanza…sta accelerando”, si legge. Gutierres ha anche sottolineato la necessità di “un accordo che consenta l’esportazione sicura di alimenti prodotti in Ucraina attraverso il Mar Nero”. Mosca, dal canto suo, ha replicato affermando che “il grano può partire solo se vengono tolte le sanzioni contro la Russia”. Una richiesta definita legittima dal governo turco, mentre il ministro degli Esteri russo.
Vincenzo Murgolo