Ryan Routh, 58 anni, il presunto attentatore di Donald Trump, lo avrebbe votato nel 2016, quando avrebbe sostenuto – come si legge sul suo profilo social su X – per un breve periodo anche un ticket repubblicano alla Casa Bianca con Vivek Ramaswamy e Nikki Haley. L’uomo ha una sfilza di precedenti penali, grandi e piccoli, lunga oltre 20 anni, e nel 2002 fu arrestato nel North Carolina quando aveva 36 anni per il possesso di una mitragliatrice, che la polizia allora, sulla scia degli eventi dell’11 settembre, classificò come “arma di distruzione di massa”. Al Trump International Golf Course, a West Palm Beach, in Florida, si sarebbe appostato tra i cespugli a circa 350 metri di distanza da Trump, quando un agente dei servizi segreti ha notato la canna di un fucile e ha sparato. Routh ha tentato la fuga, ma le pattuglie dello sceriffo della contea lo hanno bloccato. Lo sceriffo stesso ha chiarito: “Neppure un colpo è stato sparato da quell’uomo”.
Sui suoi social ha postato più volte in merito alla guerra in Ucraina, tentando anche di reclutare soldati per la causa. Un ufficiale della legione straniera ucraina ha raccontato che li aveva contattati più volte ma che non mai fatto parte dell’unità militare in cui combattono i volontari stranieri. “Il modo migliore per descrivere i suoi messaggi è idee deliranti – ha detto Oleksandr
Shaguri del Dipartimento di coordinamento degli stranieri del Comando delle forze terrestri – Ci offriva un gran numero di reclute da diversi Paesi, ma per noi era ovvio che le sue offerte non erano realistiche. Non abbiamo nemmeno risposto, non c’era nulla a cui rispondere’.
Routh, intervistato dal New York Times nel 2022 e poi dall’Afp a Kiev, era pronto a morire per combattere a fianco degli ucraini contro il “terrorista Putin”. “Sono determinato a volare a Cracovia e poi andare al confine con l’Ucraina come volontario per combattere e morire…Posso essere da esempio. Dobbiamo vincere”, scrisse sul suo account su X nel marzo del 2022, poco dopo l’invasione russa, scrive il New York Times, che per l’occasione lo intervistò. Alla France Presse che lo intervistò a Kiev durante una manifestazione nell’aprile del 2022, Routh dichiarò: “Putin è un terrorista e deve essere eliminato. C’è bisogno che tutti, in tutto il mondo, lascino quello che stanno facendo e vengano qui, ora”.
Le indagini sul presunto tentato assassinio del tycoon si stanno concentrando sul potenziale attentatore e su come sapesse dove si trovava l’ex presidente. Il programma giornaliero di Trump non è più pubblico da quando ha lasciato la Casa Bianca e solo saltuariamente l’ex presidente ha giornalisti al seguito. Il timore, secondo alcune fonti riportate dai media, è quello di un talpa interna alla squadra di Trump. L’ipotesi migliore invece è che Ryan Routh sia solo stato ‘fortunato’ a trovarsi nel posto giusto. Un altro nodo è quello della sicurezza dell’ex presidente che, non essendo più alla casa Bianca, non è protetto più come in passato. A complicare il lavoro degli agenti al seguito è poi la passione dell’ex presidente per gli eventi all’aperto e per il golf, che rendono più complesso difenderlo. Routh potrebbe apparire in tribunale nelle prossime ore. Dovrà rispondere di crimini federali legati alle armi da fuoco, e in particolare il possesso di un’arma nonostante fosse un condannato e il possesso di un’arma con numero di serie parzialmente cancellato. Lo riporta l’Associated Press, sottolineando che Routh rischia 15 anni di prigione per la prima accusa e altri cinque per la seconda. Routh ha detto di guadagnare circa 3.000 dollari al mese e di non avere risparmi, e di possedere solo due camion del valore di mille dollari. Ha poi riferito di avere un figlio di 25 anni che in alcuni casi lo sostiene. “Ryan è mio padre e non ho commenti da rilasciare, se non che è un uomo onesto e gran lavoratore. Non so quello che è accaduto in Florida: da quello che ho sentito non sembra la persona che io conosco. E’ un bravo padre”, ha chiarito Oran Routh.
Secondo gli esperti, l’uomo sembra avere una personalità paranoica, attratta da una retorica violenta e vittima di delirio di onnipotenza.
Una seconda udienza è fissata per il 23 settembre.
Stefania Losito