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Vaiolo delle scimmie, primo caso in Puglia. Si tratta di un 36enne originario del barese. Regione: nessun allarmismo

Accertato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Puglia. Si tratta di un uomo di 36 anni, originario della provincia di Bari. La conferma è arrivata dal laboratorio di Epidemiologia molecolare del Policlinico al termine dell’accertamento virologico. L’uomo, a quanto si è appreso, si è rivolto all’ospedale per accertare la causa di lesioni sospette che aveva notato sul suo corpo, compatibili con quelle del vaiolo. Attualmente si trova in stretto isolamento domiciliare. La segnalazione è stata trasmessa al servizio di igiene e sanità pubblica del dipartimento di Prevenzione della Asl per tracciare i contatti del paziente.

“L’identificazione” in Puglia del primo caso di vaiolo delle scimmie “non deve destare allarme”: lo dichiara l’assessore regionale alla Sanità della Puglia, Rocco Palese. “Sono già in corso – spiega – attività di contact tracing da parte del Dipartimento di prevenzione per rintracciare i contatti stretti del caso che risulta essere in isolamento come da disposizioni ministeriali”. “Abbiamo imparato – evidenzia – che i virus non conoscono barriere e arrivano in poco tempo in diversi paesi. Il virus del vaiolo delle scimmie si trasmette attraverso contatti molto stretti e ravvicinati con persone che hanno l’infezione ed anche attraverso rapporti sessuali. Proprio perché il virus si trasmette attraverso contatti stretti la malattia non è facilmente diffusibile. Pertanto, non c’è da preoccuparsi, ma è importante che tutti i possibili casi siano accertati”. “Senza creare inutili allarmismi e senza nessun timore – ha dichiarato il direttore del dipartimento Promozione della salute, Vito Montanaro – è opportuno che tutte le persone che presentino lesioni vescicolari, febbre, linfonodi ingrossati e altri sintomi più aspecifici o che siano stati a stretto contatto con un caso accertato o fortemente sospetto si rivolgano al proprio medico che valuterà se è necessario procedere ad approfondimenti diagnostici”. “L’identificazione del primo caso di infezione da virus monkeypox – conclude – testimonia come l’allerta del Ministero non è stata sottovalutata dalla Regione e come siano state messe in campo tempestivamente tutte le misure per una rapida identificazione e gestione dei casi”.

Vincenzo Murgolo

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