E’ seduto sul sedile arancione di una ambulanza. E’ ricoperto di polvere. Sulla faccia rivoli di sangue. Si tocca la ferita con le mani. Fissa dinanzi a lui un gruppo di reporter che girano video e scattano foto. Si tocca con la manina la ferita alla testa. La fissa. E’ sporca di sangue. Si guarda attorno e con un fare furtivo strofina la mano sul sedile. Omran ha 5 anni ed è stato appena estratto da un edificio bombardato ad Aleppo, in Siria. Il video e la foto hanno fatto il giro del mondo e forse saranno gli occhioni di questo bambino a interrompere, seppur per poco, la guerra in corso in Siria tra il governo di Bashar al Assad, sostenuto dall’aviazione russa, e le milizie delle fazioni contrarie al regime.
Aleppo ha oltre 2 milioni di abitanti che da mesi subiscono bombardamenti aerei che non risparmiano ospedali e residenze civili. L’Onu ha nuovamente chiesto una tregua di 48 ore che la Russia sembra disposta a concedere per consentire alle organizzazioni umanitarie di portare alla popolazione acqua, cibo e medicinali. Uno stop immediato ai combattimenti ha chiesto l’Unione europea. Ma la situazione per i civili sembra destinata a peggiorare con l’avanzata della coalizione curdo-araba, sostenuta dagli Usa, a cui risponde l’aviazione russa con bombardamenti a tappeto.
Omran questa volta ce l’ha fatta. E’ stato dimesso subito dall’ospedale.
Il problema e se ce la farà ancora.
Maurizio Angelillo