Settimana chiave per il confronto nella maggioranza sulle nomine e tra governo e opposizione sulle riforme. Rebus Guardia di Finanza per la premier: il comandante Zafarana mercoledì sarà presidente dell’Eni e serve un successore. Mantovano aveva proposto il comandante in seconda Andrea De Gennaro, ma il ministro giorgetti non sarebbe disponibile. Domani sarà anche il giorno del faccia a faccia con le opposizioni sulle riforme, in particolare del premierato. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani avverte: “Andiamo avanti anche se c’è un muro, poi decide il referendum”. Pd e Movimento 5 Stelle dicono no all’elezione diretta del presidente della Repubblica o del Consiglio ma sono disponibili a un’ipotesi di rafforzamento del poteri del premier, sul modello tedesco. “Autonomia e presidenzialismo avanti tutta. Io sono il piu’ convinto sostenitore di entrambe le riforme”, annuncia il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli, in un’intervista al Corriere della Sera. Domani si insedia il Comitato tecnico scientifico sui livelli di prestazione (Clep) presieduto da Sabino Cassese. E proprio l’ex giudice della Consulta commenta le possibili riforme che sono sul tavolo: “Il governo potrebbe essere sostituito solo con una sfiducia costruttiva e il capo dell’esecutivo dovrebbe essere in grado di dismettere i ministri. Il presidente della Repubblica manterrebbe un potere di orchestrazione, né più né meno di ciò che fa adesso”, chiarisce in un’intervista a la Repubblica.
Oggi intanto Elly Schlein convoca la segreteria per discutere sull’incontro di domani con la premier Meloni. I dem perdono però un pezzo: il senatore Carlo Cottarelli si dimette dal seggio e dal partito. “È innegabile che l’elezione di Schlein abbia spostato il partito più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Schlein, non credo sbagli a spostare il partito a sinistra. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi’, scrive in una lettera a la Repubblica.
Stefania Losito