Il Pnrr è stato rimodulato. Il governo Meloni ha tagliato progetti per 15,9 miliardi di euro, circa l’8% del totale dei fondi concessi dall’Ue per favorire la ripresa economica continentale post Covid. Le opere sacrificate sono quelle irrealizzabili entro il 2026, termine ultimo posto da Bruxelles. Il governo, nella sintesi del documento elaborato dalla cabina di regia di Palazzo Chigi, specifica che “sono emerse criticità rilevanti che non consentono la conferma del finanziamento a valere sul piano”. Tra gli interventi stralciati: misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico; valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; per l’efficienza energetica dei Comuni; progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Insorgono le opposizioni, contrarie soprattutto alla rinuncia dei progetti contro il rischio idrogeologico, alla luce di quanto accaduto in Italia nell’ultimo anno, complice il cambiamento climatico. Tra le opere di mobilitaà stralciate dal Pnrr, fa sapere il Mit, spicca la tratta ferroviaria Roma-Pescara, assieme a due lotti della Palermo-Catania. Le risorse saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania.
Michele Paldera