L’ha abbandonata al bordo della strada e l’ha lasciata rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri, fino a quando il corpo di Giulia si è fermato in un canalone. E’ la ricostruzione fatta dalle forze dell’ordine di quanto avrebbe fatto Filippo Turetta. Il corpo senza vita della 22enne è stato ritrovato oggi in un canalone, vicino al lago di Barcin, nella zona di Pordenone da un’unità cinofila della Protezione civile che è ancora sul posto per consentire ai Carabinieri del Ris di ultimare i rilievi. Al momento del ritrovamento il corpo di Giulia era vestito con gli stessi indumenti che indossava al momento della scomparsa.
Le ricerche che hanno portato al rinvenimento del cadavere, erano riprese oggi nella zona del lago di Barcis secondo la procedura di controlli, seguita dagli investigatori. La zona di Barcis si trova infatti lungo la direttrice che avrebbe seguito nella fuga -tracciata dai varchi elettronici – la Fiat Punto nera di Filippo Turetta.
“Filippo, consegnati alle forze dell’ordine, così puoi spiegare cos’è successo”. È il messaggio che la famiglia Turetta ha fatto lanciare attraverso il legale, Emanuele Compagno, al figlio in fuga da 7 giorni, ora accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. “Quando ho detto ai Turetta del ritrovamento del corpo di Giulia gli è crollato loro il mondo addosso ” ha aggiunto l’avvocato sottolineando che i familiari hanno espresso vicinanza alla famiglia di Giulia. “Sono molto scossi e provati. È un dramma che non si aspettavano, non avrebbero mai immaginato queste accuse nei confronti del figlio”.
Michela Lopez