Dopo tredici mesi dall’arresto di Matteo Messina Denaro, è stato inferto un nuovo colpo alla rete di fiancheggiatori che ha coperto la sua latitanza. I carabinieri del Ros hanno arrestato Antonino e Vincenzo Luppino, figli dell’imprenditore di Campobello di Mazara Giovanni Luppino, l’uomo che faceva da autista al capomafia e che con lui è finito in manette il 16 gennaio di un anno fa. Sono accusati di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova.
Messina Denaro versava periodicamente all’imprenditore e ai suoi figli somme di denaro. Emerge dall’inchiesta dei carabinieri del Ros. I Luppino nel loro paese, Campobello di Mazara, hanno il soprannome di Mustusi (il nonno produceva vino e mosto) e il capomafia, negli appunti in cui annotava le spese, scrive Mustang, nome in codice, secondo gli inquirenti, usato in assonanza col soprannome, proprio per indicare la famiglia. Nei diari Messina Denaro segna i soldi spesi per i fiori acquistati dopo la morte della moglie di Giovanni Luppino e per diverse cene e pranzi fatti in occasioni di compleanni dei figli coi quali faceva vita sociale.
Il 29 dicembre 2022, pochi giorni prima del suo arresto, Messina Denaro passava in auto sotto casa della ex compagna, madre di sua figlia, e delle sorelle Bice e Giovanna, a Castelevetrano, scortato dal furgone di Vincenzo Luppino. Alla guida c’era il padre Giovanni. Il boss ricercato passava sotto casa dei suoi per rivedere i luoghi a lui cari e nella speranza, sospettano gli investigatori, di riuscire a scorgere i familiari sia pure da lontano.
Stefania Losito