Un pugno al cuore. Sarebbe stato ucciso con una tecnica propria del Kgb lo storico oppositore di Vladimir Putin Alexei Navalny, in Russia, non dopo aver trascorso almeno due ore all’esterno della cella del carcere siberiano, al freddo, con meno 25 gradi. La notizia è stata diffusa dal Times. Intanto la Farnesina convoca l’ambasciatore russo Paramonov: “Serve chiarezza, basta con l’inaccettabile persecuzione del dissenso politico”. La madre del dissidente fa ricorso contro il rifiuto di rilasciare la salma del figlio. Il governo britannico sanziona sei presunti responsabili della morte dell’oppositore.
La principale avvocatessa di Navalny, Olga Mikhailova, ha affermato che nella vita o nella morte il leader dell’opposizione russa “influenzerà la storia”. Mikhailova ha lasciato la Russia nell’ottobre dello scorso anno e sta chiedendo asilo in Francia, dopo essere diventata bersaglio di un’indagine criminale. “Alexei Navalny è stato un politico straordinario, coraggioso e carismatico – ha ricordato Mikhailova – Le autorità affermano che è morto, e anche se fosse così o se invece è stato ucciso, sono sicura che non solo passerà alla storia ma influenzerà anche il corso futuro della storia”.
Intanto l’Italia si aspetta che la Russia faccia “chiarezza” sulla morte di Alexei Navalny, una questione che va oltre la figura dell’oppositore del Cremlino perché inerisce ai “valori irrinunciabili di libertà e democrazia”. E’ questo il messaggio che il governo ha comunicato direttamente all’ambasciatore Alexey Paramonov, convocandolo alla Farnesina. Una linea netta, condivisa con i partner europei, che Mosca tuttavia ha respinto con durezza: quello di Navalny è “un
affare interno” su cui si stanno conducendo le indagini necessarie, è la posizione espressa dell’ambasciata russa, che
ha rinnovato le accuse agli occidentali di fare “valutazioni politicamente faziose” per “strumentalizzare” il caso.
Paramonov è stato ricevuto ieri pomeriggio dal direttore degli affari politici della Farnesina Pasquale Ferrara, su indicazione del ministro Antonio Tajani. Al diplomatico russo “è stata esposta l’aspettativa dell’Italia che sia fatta piena chiarezza sulle circostanze della scomparsa di Navalny”, ha riferito in una nota il ministero degli Esteri al termine del colloquio, ricordando la “condanna alla detenzione” dell’oppositore “in condizioni durissime per la sua attività politica e per la sua lotta contro la corruzione”. Il tema che pone Roma è ancora più ampio. “L’Italia, che difende i valori irrinunciabili di libertà e democrazia, continuerà a invitare la Federazione Russa a porre fine all’inaccettabile persecuzione del dissenso politico e a garantire il diritto alla piena libertà di espressione, senza alcuna limitazione dei diritti civili e politici”, ha sottolineato la Farnesina.
La convocazione del diplomatico russo alla Farnesina è arrivata nel giorno in cui gli ambasciatori dell’Ue hanno dato
il via libera al 13esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca, in risposta all’invasione dell’Ucraina. E proprio il caso Russia, tra le mire neoimperialiste di Putin e la difficilissima situazione interna sul fronte dei diritti umani, è uno dei
principali dossier del G7 a guida italiana. La prima riunione dei ministri degli Esteri presieduta da Tajani, la scorsa
settimana a Monaco, si è conclusa con due punti fermi: da una parte “l’indignazione” per la morte in carcere di Navalny, con la denuncia della “persecuzione del dissenso politico” da parte del regime di Putin; e dall’altra, il rinnovato sostegno senza riserve a Kiev nella difesa del suo territorio.
Sabato prossimo, poi, nel secondo anniversario dell’inizio della guerra, la premier Giorgia Meloni presiederà un vertice
con i leader in video-conferenza, a cui parteciperà anche Volodymyr Zelensky a Kiev. Un confronto che, hanno fatto sapere fonti diplomatiche, verterà anche sulla morte di Navalny e si chiuderà con una dichiarazione congiunta mirata a contrastare la “falsa narrativa dell’Occidente stanco” per il protrarsi della guerra. Il governo italiano, inoltre, sta definendo un accordo con Kiev sulle garanzie di sicurezza, in linea con quelli siglati da Francia e Germania, e che in precedenza era stato sottoscritto anche dalla Gran Bretagna.
Durante un evento di raccolta fondi in California, il presidente Usa Joe Biden ha definito il suo omologo russo Vladimir Putin un “folle figlio di put…” (“a crazy Sob”), e altri, e dobbiamo sempre preoccuparci di un conflitto nucleare, ma la minaccia esistenziale per l’umanita’ e’ il clima”, ha detto Biden in un breve discorso all’evento di San Francisco.
Il linguaggio forte di Biden segue altre occasioni in cui ha definito il presidente russo, che ha ordinato l’invasione
dell’Ucraina nel 2022, un “macellaio” e un “criminale di guerra”. Biden ha dichiarato che domani anche gli Stati Uniti annunceranno un pacchetto di nuove sanzioni severe contro la Russia per la morte in carcere del leader dell’opposizione Navalny.
Stefania Losito