Contrabbando di sigarette sulla nave “Capri” della Marina militare; corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico sono i reati contestati dalla magistratura brindisina a quattro militari italiani – tre ufficiali e un sottoufficiale della Marina. Sono stati tutti sottoposti a obbligo di dimora, mentre per un altro ufficiale libico coinvolto, è stato disposto l’arresto in carcere. Secondo chi indaga, nel corso della missione internazionale “Mare sicuro”, svolta nel porto di Tripoli tra il 2017 e il 2018, i militari avrebbero organizzato l’introduzione in Italia di circa 300 chili di tabacco di contrabbando destinati sia alla vendita a persone appartenenti al corpo militare, sia a persone estranee. Uno dei cinque militari, originario del Brindisino, è anche accusato di aver trovato la somma necessaria all’approvvigionamento attraverso un giro di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti legate all’acquisto di beni necessari a bordo della nave. Nell’indagine sono coinvolti altre tre persone: due parenti dell’ufficiale brindisino, più un altro appartenente a un’altra forza armata.
Anna Piscopo