Avrebbero imposto la propria egemonia nelle attività illecite lungo il litorale ionico-lucano anche con azioni violente e minacciose. Un provvedimento di fermo, firmato dal procuratore distrettuale di Potenza Francesco Curcio, è stato eseguito oggi nei confronti di 21 persone. L’operazione interforze, denominata “Mare Nostro” è stata condotta da personale della Direzione investigativa antimafia-Dipartimento di PS, della Squadra Mobile della Questura di Taranto, dei carabinieri del Ros, della Compagnia di Policoro, della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto e della Compagnia di Policoro.
In 43 (compresi indagati a piede libero) rispondono di associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi e volta ad assumere e mantenere il controllo di attività economiche finanziate, in tutto o in parte, con i proventi dell’attività illecita. Secondo l’accusa, avrebbero fatto parte di una “confederazione mafiosa costituitasi sulla costa ionico-lucana (in particolare nell’area territoriale antistante lo specchio di mare compreso tra Metaponto e Nova Siri) allo scopo di esercitare la propria egemonia criminale”. Il sodalizio, che si avvaleva della forza di intimidazione del vincolo associativo imponendo “assoggettamento ed omertà” risultava composto da due nuclei familiari e i relativi adepti: il primo con a capo Andrea Scarci, 70enne di Taranto, già condannato con sentenza passata in giudicato il 6 novembre 2004 per associazione mafiosa, il secondo con a capo Salvatore Scarcia (condannato con sentenza definitiva del 5 giugno 2001 per associazione mafiosa), 57enne di Taranto, e Daniele Scarcia, 51enne di Policoro, che a sua volta aveva una propria articolazione criminale nel comune di Stigliano. C’è anche Pasquale Cariello, ex consigliere regionale della Lega e sindaco di Scanzano Ionico, tra gli indagati nell’inchiesta. L’accusa nei confronti del politico è di aver turbato l’esercizio della funzione religiosa “Processione della Madonna del Mare con le barche”, avvenuta lo scorso 15 agosto. Secondo quanto emerso, in quell’occasione, Cariello avrebbe preso il comando dell’imbarcazione di proprietà di Mattia Corvaglia, cognato di Luciano Scarci su cui era stato collocato il simulacro della Vergine e ha “effettuando una sosta del corteo non programmata, facendo un inchino dinanzi allo stabilimento balneare riconducibile al clan.
Michela Lopez